Dai colloqui che l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) e le autorità della Repubblica del Congo stanno effettuando con i rifugiati che si trovano nei villaggi situati lungo i 160 km di riva del fiume Oubangi, al confine tra Repubblica Democratica del Congo e Repubblica del Congo, emergono nuovi dettagli sugli scontri etnici scoppiati all'inizio del mese nella Provincia dell'Equatore, nella RD del Congo.
Lo staff dell'UNHCR nella Repubblica del Congo, in collaborazione con i funzionari governativi, ha fissato a 21.800 il numero di nuovi rifugiati, principalmente di etnia Munzaya, che hanno iniziato ad arrivare nel Paese dallo scorso mercoledì.
I rifugiati, che attualmente si sono sistemati nei distretti di Betou e Impfondo, nella Repubblica del Congo settentrionale, hanno riferito allo staff dell'UNHCR di essere fuggiti dagli Enyele che si starebbero spostando di casa in casa saccheggiando, violentando e uccidendo i civili Munzaya a Dongo e nei villaggi circostanti, che ormai si sono svuotati. Secondo loro all'origine delle violenze ci sarebbe una disputa sui diritti agricoli e di pesca. Il 70% dei rifugiati sono donne e bambini. Nel weekend l'UNHCR ha iniziato la distribuzione di coperte, materassini, zanzariere, set da cucina e taniche.
Più di 20 rifugiati sono arrivati nella Repubblica del Congo con ferite di arma da fuoco. L'UNHCR ha trasferito nove dei feriti più gravi nell'ospedale di Impfondo, tra questi c'è una ragazzina di 11 anni a cui è stata amputata la gamba destra. Una clinica mobile organizzata dall'UNHCR continua a spostarsi da un villaggio all'altro per fornire assistenza medica di base ai rifugiati lontani dai centri medici dei distretti di Betou e Impfondo.
I governi dei due Congo hanno anche inviato delle forniture di medicinali agli ambulatori. I rifugiati hanno praticamente smesso di attraversare il confine dopo la notizia che i militari della RD del Congo erano intervenuti con la forza a Dongo per fermare gli attacchi armati degli Enyele, che avrebbero formato una milizia. Nonostante questa azione governativa, lunedì i membri dell'UNHCR nella Repubblica del Congo vedevano ancora salire il fumo dalle case in fiamme al di là del fiume.
Alcuni dei nuovi arrivati hanno detto di voler tornare ai loro villaggi non appena la milizia Enyele sarà stata neutralizzata, mentre altri si sentono troppo traumatizzati e hanno riferito di non esser pronti per tornare.
I primi scontri tra Enyele e Munzaya si sono verificati nel marzo 2009, quando più di 200 case sono state date alle fiamme nel villaggio di Munzaya e oltre 1.200 residenti hanno cercato rifugio nella Repubblica del Congo.