Mercoledì 18 novembre 2009 - ore 11
Sala della Stampa Estera
Via dell'Umiltà 83/c, Roma
Lo scenario è di quelli che fanno venire i brividi? o piuttosto sudare copiosamente: l'atmosfera va saturandosi di gas serra, oceani, foreste e tundra non riescono più a riciclare sufficiente anidride carbonica, il biossido di carbonio sospeso nell'aria cattura il calore solare e le temperature si innalzano ovunque. I ghiacciai si sciolgono, interi paesi sono colpiti da ondate di siccità inusuali mentre su altri si abbattono uragani e piogge violente e improvvise.
È il cambiamento climatico, cui sarà dedicata la prossima grande conferenza ONU a Copenaghen dal 7 al 18 di dicembre 2009. Che finora ha però dedicato solo un'attenzione marginale a chi, con il cambiamento climatico, deve fare i conti. Nel Nord, ma soprattutto nel Sud del mondo.
L'UNFPA, il Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione colma questo gap con il suo annuale Rapporto su Lo stato della popolazione nel mondo 2009, la cui versione italiana è pubblicata da AIDOS, Associazione italiana donne per lo sviluppo.
E descrive con dati e storie il cambiamento climatico dal punto di vista di chi ne subisce le conseguenze: le persone, i cui diritti umani, a cominciare dal diritto alla vita, sono sempre più spesso messi a repentaglio dallo stravolgimento del clima.
Il Rapporto UNFPA 2009
In un mondo che cambia: donne, popolazione e clima dice fin dal titolo chi sta già pagando il prezzo più alto. Cioè le donne, per via della persistente discriminazione nei loro confronti, delle carenze nei servizi per la salute riproduttiva al punto che il tasso di mortalità materna non accenna a diminuire da oltre 15 anni, dello scarso riconoscimento del loro lavoro, dentro e fuori casa, del limitato accesso alle risorse. Anche se sono loro che, nel Sud del mondo, costituiscono la maggior parte della forza lavoro agricola, dunque le più colpite dalle emergenze ambientali.
Le donne possono essere la principale risorsa umana per far fronte ai cambiamenti climatici: perché investire su donne e ragazze, migliorando la loro salute, il benessere e lo status nelle società dove vivono e garantendo loro la libertà di scelta per quanto concerne la riproduzione, può contribuire a migliorare la capacità di affrontare i disagi ambientali e favorire la diminuzione delle emissioni di gas serra sul lungo periodo. Tutto questo, se il mondo decide di allontanarsi dal baratro, facendo i 5 passi indietro proposti dall'UNFPA nel Rapporto.
Ne parlerannoPietro Marcenaro, Presidente della Commissione diritti umani del Senato
Silvie Coyaud, Giornalista
Giulia Vallese, Responsabile risorse e finanziamenti, UNFPA
CoordinaDaniela Colombo, Presidente AIDOS
Ufficio stampa:
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