A 20 anni dalla caduta del muro di Berlino servirebbe un altro «colpo di reni» per abbattere i muri di oggi: «cinismo e individualismo». E' quanto sostengono le Acli che commentano con il presidente Andrea Olivero lo storico l'anniversario del 9 novembre 1989.
«Quello di 20 anni fa a Berlino fu un grande evento di popolo - spiega Olivero -, animato da un forte sentire comune, un gran desiderio di cambiamento, nel segno della libertà e della giustizia. Oggi la vera sfida è ritrovare o ricostruire quel sentire comune che sembra essersi perduto. Ridare a quel popolo europeo - capace allora di sovvertire i piani delle cancellerie - un nuovo obiettivo comune. Non bastano infatti le istituzioni comuni, occorre un progetto condiviso, un sentire popolare europeo indirizzato verso un comune obiettivo».
«Proprio oggi - continua il presidente delle Acli - di fronte alla pesantissima crisi economica e finanziaria, tutti invochiamo la necessità di un cambio di passo per difendere la dignità, il lavoro la vita di milioni di persone e di famiglie. Ma ci manca la forza di quel 'colpo di reni' di 20 anni fa, che costringerebbe i governi, le istituzioni politiche ed economiche ad invertire la rotta del loro operato. Ma abbiamo perso quello spirito. Forse abbiamo davanti a noi nuovi muri da abbattere: il muro del cinismo, che ci fa rassegnare all'idea che non si possa cambiare questo mondo; e il muro dell'individualismo, in base al quale l'unica lotta per cui valga la pena spendersi appare la difesa del proprio benessere individuale».