Firenze, 30 ottobre 2009.
Sarà presentata oggi a Firenze, alla Rassegna "Dire e Fare" (ore 15-18), la ricerca
"Standard di qualità sociale per le associazioni di volontariato" promossa da Università del Terzo Settore, in collaborazione con Università di Siena
e con il contributo di Cesvot e Fondazione Monte dei Paschi di Siena.
Il progetto di ricerca ha visto anche la partecipazione di Anpas Nazionale, Anpas Toscana e Confederazione Nazionale delle Misericordie.
Alla presentazione parteciperanno, tra gli altri,
Antonella Cardone coordinatrice del progetto di ricerca, Andrea Volterrani docente dell'Università di Roma Tor Vergata,
Gabriele Brunini
presidente della Confederazione Nazionale delle Misericordie,
Alberto Corsinovi
vicepresidente della Confederazione toscana delle Misericordie e
Mario Pacinotti
responsabile delle politiche sociali di Anpas.
Avviata nel 2005 e conclusasi nel dicembre 2008, la ricerca rappresenta
il primo tentativo in Italia di individuare indicatori e standard di qualità per le
associazioni di volontariato.
L'idea di mettere a punto un simile modello nasce essenzialmente
dall'esigenza di capitalizzare il valore aggiunto fornito al servizio
sociale e socio-sanitario dall'azione volontaria.
Come precisa
Luigi Bulleri,
presidente di Units,
"con questa ricerca volevamo indagare un nuovo concetto di qualità sociale utile per
le associazioni di volontariato italiane. Un concetto nuovo perché differente
dalle certificazioni ISO e dalle analisi sulla soddisfazione del cliente, entrambe
basate su una qualità del servizio prestato o del processo che porta alla produzione
del servizio. La qualità sociale, invece, si focalizza principalmente (ma non solo)
sul soggetto, sul produttore di servizi, ovvero l'associazione,
considerandolo come artefice principale del valore aggiunto proprio del
volontariato".
La ricerca ha esplorato le componenti primarie della qualità sociale
intraprendendo un percorso di coinvolgimento delle associazioni di volontariato
che operano nei settori sanitario e socio-sanitario. Alla sperimentazione hanno
infatti partecipato
oltre 20 associazioni toscane.
"Uno degli aspetti più qualificanti della ricerca
? sottolinea
Patrizio Petrucci
presidente di Cesvot -
è senz'altro il coinvolgimento delle associazioni. Le associazioni sono
state chiamate a definire le componenti della qualità e a collaborare alla
definizione di linee guida che potessero essere valide per organizzazioni più o meno
strutturate, centrali o periferiche, insomma per la gran parte delle
associazioni".
Tanti gli elementi presi in considerazione nel corso dell'analisi e della
definizione del modello: il legame con il territorio, la capacità progettare in modo
condiviso, l'educazione alla solidarietà, la flessibilità, la capacità di
aumentare il capitale sociale, il saper raccontare e interpretare la storia della
comunità crescendo insieme ad essa e denunciandone i problemi con mezzi adeguati, il
saper rendicontare socialmente le proprie azioni.
Scopo finale costruire un
modello esportabile
ad associazioni di volontariato che operano in settori diversi dal socio-sanitario
e che, una volta applicato, garantisca un certo livello di qualità.
L'applicazione del modello potrà essere utile sia alla governance interna
delle associazioni sia ad altri soggetti presenti sul territorio che vogliano
monitorare il livello di qualità delle associazioni.
Nel corso della presentazione sarà distribuita una pubblicazione con i principali
risultati della ricerca. La pubblicazione è anche disponbile online su
www.cesvot.it
Cristiana Guccinelli
Responsabile Settore Comunicazione, Promozione e Ufficio Stampa
Tel. 329 3709406