Attività ispettiva all'insegna di luci e ombre. I protagonisti del welfare italiano tracciano un bilancio del primo anno di operatività della Direttiva Sacconi: se è vero che la qualità dei controlli nelle aziende da parte delle strutture preposte alla vigilanza è un elemento "virtuoso" che può garantire significativi recuperi nell'emersione del sommerso, resta tuttavia il problema di una scarsità oggettiva delle risorse che rende necessario, più che mai, l'adozione di strategie sinergiche. "Dall'incrocio della nostra banca dati sulle imprese artigiane con quella dell'Inps è emerso che 18.725 imprese erano iscritte all'Inps e non al nostro istituto", ha affermato Marco Fabio Sartori, presidente e commissario straordinario dell'INAIL, intervenendo oggi, a Roma, alla seconda conferenza nazionale "Il futuro della vigilanza: bilanci e prospettive a un anno dalla Direttiva Sacconi", organizzata dal ministero del Lavoro. "E' bastato inviare una lettera a queste imprese per recuperare 9.700 rapporti assicurativi e 22 milioni di contributi". Un dato importante che pure si scontra con l'impossibilità per l'Istituto di assumere nuovi ispettori. "Tra settembre 2008 e settembre 2009, 41 ispettori sono andati in pensione e non abbiamo potuto sostituirli con nuovo personale", ha aggiunto Sartori. "Abbiamo dovuto, quindi, utilizzare una 'fantasia' organizzativa, prendendo del personale, fra quello presente in Istituto, che svolgeva altri ruoli, formarlo e 'trasformarlo' in ispettori. Ma la formazione per questo ruolo è fondamentale e dovrebbe essere mirata e maturata nel tempo". Il numero di ispezioni realizzate dall'INAIL, ha sottolineato il presidente/commissario straordinario, "è passato da 21.333 del 2008 a 17.390 di quest'anno, con una diminuzione del 17%". "Abbiamo recepito e condiviso la direttiva Sacconi, e infatti la qualità ispettiva è stata più elevata rispetto al passato e incentrata più sulle inadempienze sostanziali che su quelle formali", ha valutato. Tra le risorse operative che possono permettere di supplire a queste carenze una maggiore attenzione nell'ambito della vigilanza nei luoghi di lavoro. "Non è materia espressamente di competenza dell'INAIL, ma posso dire di non essere soddisfatto di come vanno le cose", ha concluso Sartori. "Credo che la legge esistente in materia vada applicata di più, e meglio". Secondo le stime avanzate dal ministero del Lavoro, sono circa 300mila gli interventi che il mondo ispettivo riesce a mettere in campo ogni anno. E sono due milioni le aziende censite. "Ora bisogna riflettere su come aumentare questa attività per ottimizzarla. La direttiva del ministro Sacconi ci porta a riflettere su come concentrare gli interventi sulle dinamiche che hanno maggiore rilevanza economica e sociale", ha dichiarato Paolo Pennesi, direttore generale per l'attività ispettiva del dicastero. Secondo Pennesi sono due le prospettiviste di miglioramento: una maggiore specificità dei controlli supportata, però, da un'integrazione delle risorse tra gli enti che si occupano di vigilanza. "Bisogna rendere le banche dai accessibili a tutti, basta con questa gelosia dei dati", ha aggiunto. "Le logiche integrate e di gruppo sono fondamentali". Anche Marina Calderone, presidente del Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro, ha ribadito la necessita di razionalizzare e rafforzare la collaborazione con tutti i soggetti che operano a vario titolo nel settore. "Tutti insieme dobbiamo combattere il lavoro nero, che manda a picco l'Italia", ha detto. "Per quanto riguarda il documento unico di regolarità contributiva, per esempio, ci sono regioni in cui emergono evidenti assenze. Dobbiamo lavorare per far in modo che il progetto trasparenza rimanga fedele allo spirito originario. Attraverso la collaborazione con il ministero del Lavoro, con l'Inps e l'INAIL, si può mettere in atto quel processo di semplificazione che è nell'animo di tutti".

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