Presentato il Rapporto regionale INAIL 2008. Lo scorso anno i casi mortali sono stati 172 (nel 2007 erano stati 214). In generale, il numero delle denunce degli incidenti sul lavoro è diminuito di 6mila unità. Nelle costruzioni (-13,6%) la flessione più sensibile
MILANO - Lombardia al minimo storico per le morti bianche: nel 2008 si sono infatti registrati 172 infortuni mortali sul lavoro, meno del 2007 (214 casi) e soprattutto meno del precedente minimo storico, registrato nel 2005 (194). E' quanto emerge dal decimo Rapporto annuale dell'INAIL Lombardia, presentato questa mattina a Milano, secondo il quale nella regione più produttiva d'Italia (dove, nonostante il periodo di crisi, nel 2008 la forza lavoro è arrivata a 4.519.000 persone, comprese quelle in cerca di occupazione) nel 2008 è diminuito di quasi 6.000 unità anche il numero complessivo di incidenti sul lavoro: 149.506 (il 17% del totale nazionale) contro i 155.480 del 2007 (-3,8%). Sondrio e Mantova le province più "virtuose" (con cali rispettivi dell'11,2% e del 10,8%), Lodi l'unica in controtendenza con un aumento degli incidenti del 2,6%.
Cantieri meno pericolosi. Analizzando i diversi settori produttivi, tra i cali più significativi spiccano le costruzioni, con una diminuzione tanto degli incidenti (-13,6%) quando dei casi mortali (-51,9%, con 25 decessi contro i 52 del 2007). Diminuiscono gli incidenti anche negli altri comparti del settore industriale, tra cui il manifatturiero (-10,1%) e il commercio (-3,6%). Pressoché stabile il dato del comparto trasporti e comunicazioni (-1,2%), mentre diminuiscono più sensibilmente gli incidenti in agricoltura (-7,5%). In aumento invece gli incidenti occorsi ai dipendenti dello Stato: +9,4%, con un infortunio mortale (contro gli zero casi del 2008).
Lombardia tra le regioni più sicure. Lavorando sul materiale statistico a sua disposizione, INAIL ha elaborato l'indice di frequenza infortunistica, che somma la frequenza dei casi che nell'ultimo triennio (esclusi gli incidenti "in itinere", che avvengono durante) hanno condotto a inabilità temporanea, inabilità permanente e morte. In base a questo calcolo la Lombardia, pur essendo al primo posto per numero di infortuni, per l'indice di frequenza infortunistica (pari al 25,68) è tra le più virtuose: si piazza infatti ben al di sotto della media nazionale (29,52) e nella classifica delle regioni è preceduta solo da Sicilia (24,88), Campania (20,35) e Lazio (19,11).
Decessi: quasi uno su quattro è straniero. In un contesto di occupazione dinamica (in Lombardia, secondo l'Istat, al primo gennaio 2008 erano 800mila gli stranieri residenti), si giustifica in parte l'andamento degli infortuni sul lavoro occorsi agli immigrati: nel 2008 le denunce in Lombardia sono state quasi 30mila, con 40 casi mortali. Gli infortuni degli stranieri rappresentano il 19,9% del totale regionale, mentre i casi mortali raggiungono addirittura il 23,3%. Marocco, Romania e Albania i paesi di provenienza del maggior numero degli infortunati (35,7%): il Marocco, in particolare, è primo per denunce (4.751) che per i decessi (7). Da notare i 1.265 eventi occorsi agli indiani, per i quali risultano ben 5 casi mortali. Ci sono anche Paesi che compaiono tra i primi 10 per numero di denunce, ma non sono presenti nell'elenco dei casi mortali tra cui Perù e Pakistan, rispettivamente settimo e ottavo per denunce complessive (1.149 e 1.140 casi).