Stoccolma/Roma, 21 ottobre 2009 - I maggiori paesi europei seguono a grande distanza gli Stati Uniti in tema di finanziamenti alla ricerca e allo sviluppo sulla tubercolosi (TBC). Secondo quanto emerge dal nuovo rapporto "The Underfunding of TB Research Across Europe", presentato oggi da Medici Senza Frontiere (MSF) a Stoccolma, questi paesi hanno una grave responsabilità per gli scarsi progressi in tema di nuovi test e trattamenti sulla tubercolosi. Il rapporto mostra che tutti i paesi europei analizzati, ad eccezione della Svezia, non sono riusciti a porre l'attenzione sulla tubercolosi dandole la dovuta priorità e sono responsabili delle grave insufficienza dei finanziamenti, quando ben un milione 700mila persone muoiono ogni anno per questa malattia. "Siamo ora impegnati a curare i pazienti colpiti da tubercolosi multi-resistente ai farmaci e stiamo anche gestendo nuove modalità di trattamento nelle comunità", spiega Christophe Fournier, Presidente del Consiglio Internazionale di Medici Senza Frontiere. "Tuttavia siamo sempre più consapevoli che non possiamo realmente curare fino in fondo i pazienti con i farmaci e con la diagnostica a nostra disposizione e che ciò porta a gravi conseguenze per i pazienti. Per questa ragione c'è un urgente bisogno che i paesi europei si impegnino per una maggiore attività di ricerca sulla tubercolosi". Secondo il rapporto di MSF, Francia e Regno Unito pagano rispettivamente solo il 52% e il 50% della quota che sarebbe "equa" (ovvero un contributo proporzionale alla ricchezza del paese), mentre Germania e Italia addirittura solo il 23% e l'11%. Con una media di finanziamenti di poco più di un terzo del totale dei contributi, la quota europea è molto più piccola rispetto ai due terzi del totale versati dagli Stati Uniti. Del miliardo e 450milioni di euro richiesti per aumentare la ricerca sulla tubercolosi, sono attualmente investiti solo 350 milioni (pari al 24%) a livello mondiale. Nel rapporto di MSF emerge che l'Italia è il paese peggiore fra quelli analizzati, dal momento che contribuisce solo a un decimo della sua quota per la ricerca sulla tubercolosi. Solo un terzo del contributo totale del paese è investito direttamente, mentre i due terzi sono spesi indirettamente attraverso la Commissione Europea. "Inoltre, persino alcune delle istituzioni maggiori che si occupano dei fondi non sono trasparenti e in molti casi non ci sono analisi dettagliate sull'allocazione dei fondi, divisi per malattie e per progetti specifici. E' chiaro che il governo italiano è totalmente disinteressato alla ricerca e allo sviluppo di farmaci contro le malattie che colpiscono i paesi poveri", dichiara Raffaella Ravinetto, Presidente di MSF Italia. MSF è impegnata in questa battaglia poiché è consapevole delle sempre maggiori difficoltà nel curare i casi di tubercolosi in Europa Orientale, Asia e Africa sub-sahariana. La TBC inoltre costituisce una minaccia diretta per l'Europa. All'interno del territorio europeo di competenza dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) - che comprende anche l'area dell'ex-Unione Sovietica - ci sono 55 nuovi casi ogni ora, ciò significa che più di mezzo milione di persone sono colpite ogni anno dalla TBC. Il cronico stato di abbandono a cui sono relegati i finanziamenti per la TBC ha portato alla drammatica situazione per cui, nei paesi in via di sviluppo, test diagnostici inadeguati e superati non riescono più a rilevare la presenza della TBC in circa la metà di tutti i pazienti colpiti dalla malattia. Ad esempio, accade che per il trattamento della tubercolosi multi-resistente, farmaci abbandonati in un primo tempo a causa dei loro effetti collaterali, vengano poi utilizzati comunque perché non esistono valide alternative. Anche con il miglior trattamento disponibile, il trattamento per la tubercolosi multi-resistente ha successo solo in meno di due terzi dei pazienti. Sotto la Presidenza svedese, l'Unione Europea (UE) ha stabilito come priorità da affrontare in tema di salute il problema della resistenza antimicrobica. Sfortunatamente, la tubercolosi e altre malattie dimenticate non sono incluse nel programma. Il rapporto di MSF, lanciato proprio alla vigilia degli "European Development Days" dell'Unione Europea che si tengono a Stoccolma, dimostra l'urgente bisogno per la UE di includere la tubercolosi nel programma. "Alla domanda se si stia facendo tutto il possibile, la risposta per l'Europa è un chiaro no", dice Nils Billo, Direttore Esecutivo dell'International Union Against Tuberculosis and Lung Disease. "C'è un progetto ambizioso di migliorare le cure contro le forme di TBC multi-resistente, testando clinicamente vecchi e nuovi farmaci, ma fino ad oggi le richieste di finanziamento sono risultate vane. Per cambiare la situazione attuale occorre un impegno politico che sostenga i finanziamenti per i prossimi anni. L'Europa ha bisogno di dare priorità alla tubercolosi". Il rapporto evidenzia anche un nuovo promettente e innovativo meccanismo di finanziamento, ovvero i "prize funds" (fondi premio), che potrebbero far decollare lo sviluppo di un nuovo test diagnostico per la tubercolosi realizzato nel "point of care" (effettuare il test al "point-of-care" vuol dire che la diagnosi viene effettuata il più vicino possibile al luogo di residenza del paziente). Il meccanismo dei "prize funds" non lega il prezzo del prodotto finale al costo della ricerca, ma offre una soluzione alternativa investendo, in termini di ricerca e di sviluppo, sui farmaci contro le malattie dimenticate. Con circa 50milioni di euro sarebbe possibile realizzare un fondo premio per il quale le compagnie farmaceutiche e i consorzi potrebbero competere. Fondi premio come questo sono stati usati con successo da compagnie e governi per risolvere problemi scientifici e commerciali. Ma fino ad oggi nessun donatore ha fatto una passo in avanti per finanziare questo genere di meccanismo. MSF cura circa 30mila pazienti colpiti da tubercolosi in più di 80 progetti in tutto il mondo. Per informazioni: Ufficio stampa di Medici Senza Frontiere: 06.4486921 - 349.8132110 *** Medici Senza Frontiere è la più grande organizzazione medico-umanitaria al mondo. Nel 1999 è stata insignita del Premio Nobel per la Pace. Opera in oltre 60 paesi portando assistenza alle vittime di guerre, catastrofi ed epidemie.

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