Il mezzogiorno d'Italia è l'unica grande regione d'Europa che attualmente non ha una banca propria. Ci sono banche attive nel sud ma non sono banche a vocazione territoriale. C'è raccolta, c'è risparmio ma non ci sono impieghi indirizzati al sud. E' da questo presupposto che nasce l'idea di creare una Banca del Mezzogiorno, come ha spiegato il ministro dell'Economia Tremonti in una conferenza stampa, al termine del Consiglio dei ministri che ha approvato un disegno di legge che prevede l'istituzione di una banca del Mezzogiorno.
Il provvedimento è finalizzato a creare le condizioni finanziarie per uno sviluppo del credito nel Mezzogiorno, per un riequilibrio economico dell'intero territorio nazionale, per acquisire un rapporto più bilanciato fra impieghi e depositi nelle diverse aree del Paese, nonché per fare fronte ai problemi strutturali che tuttora incidono sul credito nel Mezzogiorno.
La filosofia di questo intervento si basa su tre direttrici fondamentali:
1. incrementare la capacità di offerta del sistema bancario e finanziario del Mezzogiorno,
2. sostenere le iniziative imprenditoriali più meritevoli,
3. canalizzare il risparmio verso iniziative economiche che creino occupazione nelle Regioni meridionali.
E' affidato al Comitato promotore il compito di avviare le iniziative necessarie al concretizzarsi dell'intervento ed a riferire al Ministro dell'economia circa modi e fattibilità dell'iniziativa. Il disegno di legge si inserisce nella politica e nella strategia del Governo per il Mezzogiorno, ma non la esaurisce.
Lo Stato, in questo progetto, assume il ruolo di facilitatore di processi e dell'iniziativa privata. Entra come socio promotore e la scommessa - come ha dichiarato il ministro Tremonti in conferenza stampa - è che la banca "vada avanti con le proprie gambe".