Legambiente ha accolto molto positivamente la notizia dell'incarico dato alla società Saipem, da parte del Ministero dell'Ambiente, di avviare un monitoraggio sul relitto ritrovato a largo di Cetraro, per verificare la sua identità, accertare la natura del carico nella stiva e aprire una nuova stagione di verità sulla nota vicenda delle navi dei veleni. E per questo, ha scritto al Ministro Prestigiacomo, chiedendo, in nome della trasparenza, di costituire un gruppo di osservatori indipendenti, selezionati tra le associazioni ambientaliste e tutti gli enti e gli attori che sin dagli anni Novanta hanno seguito le indagini sulle "navi a perdere", che possano supervisionare direttamente le operazioni della nave Saipem, così come è prassi usuale in molte situazioni analoghe.
"Negli ultimi vent'anni - si legge nella lettera al Ministro - le associazioni ambientaliste italiane, e tra queste Legambiente, hanno giocato un ruolo importante sulla navi che sarebbero state affondate dolosamente nel Mediterraneo, dando un contributo anche sul fronte della ricerca della verità con l'elaborazione di documenti e dossier circostanziati, che sono stati in più occasioni strumento utile per la magistratura e le Commissioni parlamentari d'inchiesta". Legambiente, oltre ad aver presentato il primo esposto nel marzo 1994 alla Pretura di Reggio Calabria facendo partire l'indagine che ha poi svelato il coinvolgimento dell'Italia nel traffico internazionale di rifiuti anche via mare, è stata anche parte in causa in diversi procedimenti giudiziari su queste vicende.
"C'è grande attesa nell'opinione pubblica e nei media per gli esiti delle operazioni di monitoraggio a cura della nave Saipem che starebbero per partire - ha dichiarato il vicepresidente nazionale di Legambiente Sebastiano Venneri -. Riteniamo quindi che un simile intervento si debba caratterizzare anche per una grande operazione di trasparenza che si deve concretizzare mediante la costituzione di un gruppo di osservatori, composto da tecnici qualificati proposti dalla Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti, da ricercatori del settore e da rappresentanti di associazioni ambientaliste, che possano supervisionare le operazioni della nave Saipem, così come è prassi usuale in molte situazioni analoghe. Sarebbe un segnale di discontinuità rispetto a una vicenda che è stata contrassegnata, nel corso di questi anni, da silenzi, coperture e omissioni rispetto alle quali è necessario voltare pagina, nel rispetto della salute dei cittadini, dell'ambiente e del nostro Paese".