La Sezione Italiana di Amnesty International prenderà parte alla manifestazione nazionale antirazzista del 17 ottobre, al fianco dei migranti e a testimonianza dell'impegno dell'organizzazione contro ogni tipo di intolleranza e discriminazione. Gli stati, sottolinea l'organizzazione, hanno il diritto di controllare le proprie frontiere, di adottare politiche relative agli ingressi di migranti, di dotarsi di regole sulla loro permanenza e sull'allontanamento, ma non possono esercitare questa prerogativa a spese dei diritti umani. Devono, al contrario, agire entro i limiti tracciati dagli obblighi del diritto internazionale, che hanno volontariamente assunto firmando i trattati in materia. Un esempio cruciale di questi obblighi è costituito dalla lunga serie di diritti umani che gli stati devono garantire in condizione di parità ai cittadini e a tutti i migranti, regolari o irregolari. Un altro importante esempio è quello dei limiti imposti alla detenzione dei migranti a scopo di espulsione, che secondo gli standard internazionali sui diritti umani deve essere considerata una misura estrema e preceduta dalle alternative percorribili. Il crescente clima di ostilità affermatosi in Italia, che quotidianamente colpisce anche con violenza un numero sempre più ampio di gruppi e comunità tra cui, oltre ai migranti e ai richiedenti asilo, anche i rom e le persone Lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e transgender), è frutto di responsabilità condivise che attraversano diversi settori della società. In questo contesto, molti rappresentanti istituzionali e politici di diversi schieramenti hanno contribuito ad alimentare l'ostilità verso i cittadini stranieri, attraverso un linguaggio ispiratore di diffidenza e centrato sull'accostamento, più o meno esplicito, tra immigrazione e criminalità. Una legislazione rischiosa per i diritti umani si è andata via via affermando a partire dalle prime norme restrittive dell'immigrazione, adottate in nome della sicurezza con provvedimenti urgenti nel 2007, sino al culmine costituito dal recente completamento del cosiddetto "pacchetto sicurezza" con la Legge 94/2009, che tra le altre cose considera reato l'ingresso e il soggiorno irregolari. Questa legislazione costituisce, a oggi, una delle principali preoccupazioni di Amnesty International per i diritti umani in Italia, perché ha un impatto negativo sull'accesso dei migranti a una lunga serie di diritti, tra cui l'istruzione, la salute e l'unità familiare. Inoltre, come ha recentemente ricordato l'Alto Commissario Onu per i diritti umani Navi Pillay, l'accostamento tra immigrazione irregolare e criminalità produce ostilità verso i migranti e ne promuove la stigmatizzazione. Intanto nel mar Mediterraneo la vita, l'incolumità e i diritti umani di donne, uomini e bambini, tra cui il diritto al soccorso in mare e il diritto d'asilo, sono gravemente compromessi dalla politica dei rinvii forzati in Libia, basata su intese bilaterali che disprezzano i diritti umani e messa in pratica dall'Italia a partire dal 7 maggio scorso. La Sezione Italiana di Amnesty International ritiene che una manifestazione come quella del 17 ottobre possa contribuire a rimettere i diritti umani al centro del dibattito e a condurre il paese fuori dalla paura e dalla diffidenza. Per questo motivo, l'organizzazione per i diritti umani auspica che le autorità italiane prestino la giusta attenzione all'iniziativa. Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste: Amnesty International Italia - Ufficio stampa Tel. 06 4490224 - cell.348-6974361, e-mail press@amnesty.it

Partner della formazione

ConfiniOnline fa rete! Attraverso la collaborazione con numerosi enti profit e non profit siamo in grado di rivolgere servizi di qualità a costi sostenibili, garantendo ampia visibilità a chi supporta le nostre attività. Vuoi entrare anche tu a far parte del gruppo?

Richiedi informazioni