Kabul / Roma, 9 ottobre 2009 - Medici Senza Frontiere (MSF) ha iniziato a lavorare nuovamente in Afghanistan. Il ritorno di MSF nel paese - dopo cinque anni - è stato motivato dai sempre più numerosi segnali che la situazione per gli afgani sta peggiorando invece di migliorare. Il paese sta diventando sempre più insicuro, e l'accesso alle cure è problematico per gran parte degli afgani.
MSF lavora all'interno dell'ospedale Ahmed Shah Baba nella parte orientale di Kabul, che sarà sviluppato per diventare un ospedale distrettuale con un una vasta gamma di servizi medici, comprese le cure d'urgenza. L'ospedale si trova in un'area che ha visto un rapido aumento della popolazione in seguito all'arrivo di molte persone in fuga dal conflitto e in cerca di sicurezza e di lavoro - arrivo di persone che interessa anche le altre aree di Kabul.
Presto MSF gestirà anche l'ospedale di Lashkargah, capitale della provincia di Helmand, vero cuore del conflitto. In assenza di personale medico e di farmaci, pochissime persone utilizzano attualmente questo struttura, nonostante sia uno dei due unici ospedali di riferimento rimasti nel sud dell'Afghanistan.
MSF aveva lasciato l'Afghanistan nel giugno del 2004, dopo il brutale assassinio di cinque suoi operatori nella provincia di Badghis. All'epoca, molti speravano che l'Afghanistan fosse sulla via del ricovero grazie ai massicci investimenti internazionali in aiuti allo sviluppo. Oggi, quella speranza è stata distrutta. I bisogni di assistenza medica d'emergenza sono nuovamente enormi.
Per il suo lavoro in Afghanistan, MSF non accetta finanziamenti da parte di nessun governo, ma si basa esclusivamente su donazioni private da parte del grande pubblico.
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