Un Garante nazionale dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza che sia autonomo e indipendente, e che possa agire. I bambini hanno bisogno di essere tutelati a tempo pieno e senza condizionamenti.» Lo afferma Vincenzo Spadafora, Presidente dell'UNICEF Italia, a proposito del disegno di legge in discussione in queste ore alla Camera dei Deputati.
«Le migliori esperienze internazionali possono aiutarci ad istituire efficacemente questa figura: il Garante può fare la differenza per i diritti di bambini e adolescenti.
Abbiamo messo l'esperienza dell'UNICEF a disposizione del Governo e del Parlamento, ora chiediamo di non commettere errori, istituendo un Garante privo della possibilità di incidere realmente.»
In particolare l'UNICEF ritiene necessarie:
1) garanzia dell'indipendenza gerarchico-funzionale dell'Ufficio del Garante, al pari di ogni altra Autorità Indipendente, rispetto in particolare, al potere esecutivo;
2) nomina mediante l'elezione con larga maggioranza parlamentare o tramite nomina raggiunta d'intesa tra i Presidenti di Camera e Senato, attraverso un decreto del Presidente della Repubblica;
3) risorse finanziarie autonome e adeguate ai compiti che deve svolgere; specializzazione delle competenze dell'Ufficio del Garante:
4) una Conferenza nazionale presieduta dal Garante nazionale e composta dai garanti regionali che abbia risorse almeno per riunirsi. Poteri di intervento non condizionati: il Garante dovrebbe poter formulare parere obbligatorio;
«Aspetti cruciali, questi, che non possono essere trascurati alla luce dei nuovi emendamenti presentati in Aula e prima che si proceda con la votazione articolo per articolo.»
L'UNICEF Italia ha monitorato passo dopo passo l'iter del ddl governativo e delle proposte di legge correlate, dando il proprio contributo tramite la formulazione di un documento di osservazioni e proposte che ha cercato di tenere conto sia delle indicazioni internazionali in materia di Istituzioni Nazionali Indipendenti per la tutela dei Diritti Umani (IHRI), con particolare attenzione a quelle dedicate alla tutela dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, sia dell'esperienza consolidata di altri Paesi che già hanno istituito questa figura, sia di quella più recente delle Regioni italiane che si sono dotate di quest'organo sul proprio territorio.
Requisiti indispensabili per un buon Garante dell'infanzia
Ecco perché diventa necessario inserire:
a) La garanzia dell'indipendenza gerarchico-funzionale dell'Ufficio del Garante, al pari di ogni altra Autorità Indipendente, rispetto in particolare al potere esecutivo, poiché compito di tale organo è quello di vigilare su ogni attività, situazione, politica, programma che abbia un impatto diretto o indiretto sull'infanzia e sull'adolescenza e attivarsi di conseguenza, nel rispetto del ruolo e delle competenze degli altri organi facenti parte del sistema di protezione dei minori attualmente esistente in Italia.
b) Il fatto che, parimenti, le competenze e le attività dell'Ufficio del Garante devono poter essere valutate. Per questo motivo è essenziale che siano previste adeguate garanzie relative sia alle modalità di nomina che di revoca dell'incarico. In particolare, la sua nomina andrebbe assicurata mediante l'elezione con larga maggioranza parlamentare oppure tramite nomina raggiunta d'intesa tra i Presidenti di Camera e Senato e il Presidente della Repubblica e attraverso decreto di quest'ultimo.
Del pari, andrebbe garantita la revoca dall'incarico da parte degli stessi soggetti che lo hanno nominato, in caso di comprovata inefficienza del suo ufficio, per gravi motivi inerenti l'esercizio delle sue funzioni o per violazione di legge.
c) Il fatto che l'autonomia organizzativa e l'indipendenza dell'Ufficio del Garante nell'esercitare le proprie funzioni, possano essere assicurate soprattutto attraverso autonome e adeguate risorse finanziarie (da non sottrarre ad altri capitoli di spesa destinati alle politiche sociali già sufficientemente "vessate" in tempi di crisi, né da Ministeri senza Portafoglio, già dotati per antonomasia di scarsissime risorse economiche e, ad ogni modo, "espressione" del potere esecutivo, e che ogni modo dovrebbero essere nettamente superiori ai 200 mila euro annuali attualmente in previsione).
Ciò significa che il Garante non può ricoprire questo incarico senza essere retribuito, specialmente tenuto conto delle giuste previsioni di incompatibilità con qualunque altro incarico pubblico o privato mentre svolge tale ruolo. Deve avere una propria sede e un proprio personale specializzato, che risponda solamente al Garante medesimo.
d) La specializzazione delle competenze dell'Ufficio del Garante, che per questo motivo non deve ricoprire alcuna altra carica né svolgere alcuna altra funzione finchè ricopre questo ruolo, nemmeno quella di Difensore civico (il riferimento è a una previsione introdotta in riferimento alle funzioni dei Garanti regionali)
e) Il fatto che la corretta previsione di una Conferenza nazionale "per la garanzia dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza", in cui dovrebbero riunirsi periodicamente il Garante nazionale e quelli regionali, non possa essere pensata "senza nuovi ed aggiuntivi oneri per la finanza pubblica" come invece è previsto nel testo attuale
f) L'attribuzione all'Ufficio del Garante di effettivi poteri di intervento, non subordinati o comunque condizionati di volta in volta dalla volontà o addirittura dall'autorizzazione di altri organi amministrativi esistenti attualmente sulla scena. Per tale motivo il parere del Garante su determinati atti amministrativi dovrebbe essere obbligatorio, seppur non vincolante, la sua presenza dovrebbe essere prevista di diritto all'interno dell'Osservatorio nazionale per l'infanzia e la sua facoltà di svolgere visite nelle strutture pubbliche che ospitano minori (come gli istituti penali, gli ospedali, i centri di accoglienza, ecc.) e/o richiedere informazioni agli organi competenti non dovrebbe essere soggetta a pareri o, peggio, autorizzazioni, di altri organi.