Genere, età, disabilità, etnia, religione o orientamento sessuale non devono più essere un ostacolo all'affermazione professionale: il documento presentato a Milano dalla Fondazione Sodalitas.
Il ministro Sacconi: "L'azienda va intesa come una comunità di valori, non solo di interessi" Genere, età, disabilità, etnia, religione o orientamento sessuale non devono più essere un ostacolo all'affermazione professionale. Promossa da Fondazione Sodalitas - insieme a Associazione italiana delle aziende familiari, Aidda, Impronta etica, Unione cristiana imprenditori dirigenti e Ufficio nazionale Consigliera di Parità - la Carta per le pari opportunità e l'uguaglianza sul lavoro è stata presentata recentemente a Milano.
Sono già sedici le imprese che l'hanno sottoscritta, aderendo al decalogo che ha come obiettivo quello di valorizzare il pluralismo e le pratiche inclusive nel mondo del lavoro. "Comincia a muoversi qualcosa", ha commentato Gian Francesco Imperiali, vice presidente di Assolombarda. "Va condotta una lotta contro tutte le discriminazioni - etiche, sessuali o legate alle diversità - ed è importante riconoscere le individualità delle persone che lavorano nelle nostre aziende.

Certi principi e concetti vanno fatti entrare a tutti i livelli e bisogna monitorare periodicamente l'andamento delle pari opportunità". "L'azienda va intesa come una comunità di valori, non solo di interessi", ha affermato il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, in un videomessaggio recapitato al convegno. "I diritti fondamentali del lavoratore sono la salute e la sicurezza sul posto di lavoro, l'acquisizione di competenze e conoscenze che rendono la persona protagonista del lavoro e un'equa remunerazione, che non significa remunerazione egualitaria ma diversa dalla parità di opportunità.
Con il ministro delle Pari opportunità Carfagna lavoreremo a un disegno di legge sulla modulazione degli orari di lavoro e sulla disponibilità dei servizi di cura per i minori e i non autosufficienti, per la diffusione di servizi strutturati e nidi familiari, le cosiddette 'mamme di giorno' e abbiamo assegnato alla Fondazione per la Responsabilità sociale d'impresa compiti congruenti con questi temi.

Come dice l'enciclica del Papa, 'Caritas in veritate', ci auguriamo che si possa generare uno sviluppo umano sostenibile". "Condivido tutti i punti della Carta e, come ministero, valuteremo la via per arrivare a un protocollo d'intesa tra il dipartimento e Fondazione Sodalitas", ha detto Simonetta Matone, capo di gabinetto del ministero per le Pari opportunità, "ma sono convinta che a volte ci sia una sorta di autoesclusione o autocensura da parte delle donne". "Ha ragione", ha aggiunto Diana Bracco, presidente di Fondazione Sodalitas.
"Le donne sono tutte molto brave nel loro lavoro, ma è come se avessero timore di mettersi in gioco in un contesto più complesso. C'è poi da valutare se sia un bene che le donne entrino in una logica maschile di lobby e politica. Riguardo alla Carta, documenti analoghi hanno già avuto grande successo in altri paesi come Francia e Germania, dove tante aziende hanno scelto volontariamente la cultura dell'inclusione e della valorizzazione dei talenti e delle risorse umane in tutte le loro diversità". Secondo la Fondazione, la difficoltà oggettiva della situazione economica attuale non deve fare perdere di vista il fatto che garantire pari opportunità tra le diverse categorie di lavoratori è prima di tutto un'opportunità per l'impresa.

"Per noi imprenditori impegnarsi per l'integrazione non è solo un imperativo etico imprescindibile", conclude Bracco, "ma anche una vita per prepararci ad affrontare al meglio le sfide che presto i mercati torneranno a porci. Il primo riferimento è all'immigrazione, ai lavoratori extracomunitari la cui presenza è necessaria per ragioni demografiche e di mansione.
Il secondo è alle persone disabili, le più disarmate". L'adesione alla Carta è libera. Su un sito dedicato si possono avere tutte le informazioni, consultarne il testo, richiedere l'adesione per la propria azienda e accedere a buone pratiche messe in atto da aziende che da più tempo sono attive e all'avanguardia sulla gestione delle diversità in azienda.

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