"Non è mai comparsa negli elenchi di grandi opere, ma il dramma di Messina dimostra che la grande opera della quale il Paese ha bisogno è la messa in sicurezza del territorio - questa la presa di posizione di Alessandra Mottola Molfino, presidente di Italia Nostra. "Dopo l'ultimo disastro e il gravissimo numero di morti, occorre ripensare le priorità per il Paese e destinare tutte le risorse disponibili alla messa in sicurezza del territorio e dei centri storici. Invece si continua a parlare di opere che richiedono ingenti finanziamenti pubblici come il Ponte di Messina, mentre emerge, tragicamente, che la Finanziaria 2010 ha azzerato il fondo nazionale per la difesa del suolo. Bisogna fermare questa politica assassina e il malgoverno del territorio. Basta con Piani casa e le new town, con la lobby del cemento. Basta con l'uso insensato del territorio, con l'abusivismo tollerato e quasi sempre condonato, con l'assenza di controlli. Si torni ad un uso pianificato del territorio, alla tutela del paesaggio e dei centri storici, risorse fondamentali per il nostro Paese. Una economia solida e una società della conoscenza sono fondate sull'elementare principio della salvaguardia dei beni di interesse nazionale indicati dalla nostra Costituzione".
Il tragico evento che ha colpito la frazione messinese di Giampilieri, nella sua scontata prevedibilità deve costringere ad un ripensamento complessivo e radicale delle politiche di governo del territorio. Italia Nostra sottoscrive il forte richiamo del presidente Napolitano alla necessità - urgentissima - di un piano complessivo per la messa in sicurezza del nostro martoriato Paese". Da l'Aquila a Messina le vittime di questi tragici eventi reclamano un'immediata inversione nelle strategie urbanistiche e territoriali che decreti l'abbandono ipso facto di alcune delle così dette "grandi opere", a partire dal Ponte di Messina, ed elabori, con i fondi così recuperati, un piano complessivo per la calmierazione del rischio idrogeologico, che, come asserito in un documento della Protezione Civile, interessa 7 comuni italiani su 10. E' solo attraverso la pianificazione di un programma di manutenzione ordinaria del territorio e delle infrastrutture esistenti che si potrà limitare il danno complessivo di nuovi disastri. Non solo, tale programma di riqualificazione territoriale in senso antisismico e di riassesto idrogeologico potrà essere il più efficace motore di rilancio per ampi settori dell'economia, ben più di qualsiasi estemporaneo piano-casa, destinato quest'ultimo, anzi, ad aggravare il carico edilizio già insostenibile in ampie aree del paese. Le cause dei disastri che si succedono sono etichettabili, come ormai unanimemente assodato, solo in minima parte come "naturali": il malgoverno del territorio, frutto perverso di incuria e di speculazione selvaggia, ne è la radice principale, a partire da quell'incredibile fenomeno che è l'abusivismo edilizio, pressoché sconosciuto in tutti i paesi civili d'Europa. Come primo atto in questa direzione, Italia Nostra rilancerà il progetto di legge sulla repressione dell'abusivismo edilizio già presentato durante la XIII Legislatura dall'allora Sottosegretario ai Lavori Pubblici Gianni Mattioli. Italia Nostra continuerà a farsi portatrice, con iniziative a tutti i livelli istituzionali e comunicativi - fra cui il "viaggio nell'Italia dei Paesaggi Sensibili" appena avviato - di queste esigenze imprescindibili per la stessa sopravvivenza del nostro paese, così come nella sua tradizione; continuerà cioè ad operare per estirpare quella cultura di governo che "si crede prometeica e che, invece è, in sostanza, al servizio della speculazione edilizia, della rendita fondiaria, del profitto", così come scriveva già oltre trent'anni fa, nelle sue analisi di impressionante anticipazione su "lo sfacelo del Bel Paese", Antonio Cederna, uno dei nostri fondatori.