Gisèle ha 16 anni e vive in Costa d'Avorio, in Africa. Si prostituisce occasionalmente insieme alla sorella maggiore Christelle per riuscire a mangiare e a studiare.
Sono oltre 5.000 le bambine prostitute dai 12 ai 18 anni censite nella sola Abidjan, capitale della Costa d'Avorio. Bambine che hanno perso i genitori a seguito della guerra civile o a causa della crisi finanziaria che ha creato un fenomeno di immigrazione "di ritorno" riportando le famiglie dalla città alla campagna, come la madre di Gisèle costretta a rientrare nel villaggio di origine, nel nord del Paese, perché la vita in città costa troppo e lei non ha più un lavoro.

Il fenomeno della prostituzione minorile e della tratta dei minori ha raggiunto nel Paese dimensioni straordinarie arrivando a superare i 400 mila casi di bambini vittime di prostituzione, pornografia e violenze sessuali. La povertà è il principale motivo per cui le bambine sono ridotte a schiave sessuali per il 77% dei casi, basti pensare che l'entrata economica media di una famiglia ivoriana è di 30 euro al mese.

Come migliaia di sue coetanee Giselle vive per strada; sono tante,infatti, le storie di disperazione e di disgregazione familiare ad Abidjan, dove bastano 46 centesimi di euro per avere rapporti sessuali con una bambina.
A denunciarlo è Soleterre, organizzazione non governativa impegnata nello stato ivoriano con progetti di co-sviluppo. ossia interventi in cui viene coinvolta come agente di promozione economica e sociale anche la comunità di immigrati ivoriani presenti in Italia.
Le ragazze desiderano andare a scuola, ma le famiglie non hanno la disponibilità economica per pagare le tasse scolastiche e comprare libri e quaderni. Così le minorenni, spinte dalla povertà, decidono di prostituirsi per raccogliere i 230 euro necessari per iscriversi in un istituto superiore e per avere la disponibilità dei materiali didattici.
I genitori, quando non hanno abbandonato i figli, sono a conoscenza della scelta delle bambine, ma preferiscono fingere non chiedendo alle ragazze dove hanno trovato i soldi per andare a scuola.

La Costa d'Avorio, uscita solo recentemente da anni di guerra civile, detiene il triste primato dell'esercizio della prostituzione minorile e del più alto tasso di malati affetti da HIV nell'Africa occidentale.

Soleterre ha aperto a giugno del 2008 un centro d'accoglienza e di reinserimento socio professionale per ragazze minori prostitute. Il progetto ha come scopo quello di contribuire a contrastare le violenze, gli abusi, lo sfruttamento sessuale, l'emarginazione e il degrado socio-economico dei minori.

«Non possiamo restare indifferenti a questa mercificazione di giovani vite: è inammissibile che nel III millennio una bambina debba prostituirsi per garantirsi il diritto allo studio. È sconcertante - dichiara Damiano Rizzi, Presidente Soleterre - l'indifferenza del mondo occidentale davanti a questa tragedia. Il primo obiettivo del millennio da raggiungere entro il 2015 è quello di scradicare la povertà estrema e la fame. Siamo ancora lontanissimi da questo risultato e non smetteremo di chiedere con forza al governo italiano di rispettare gli impegni presi in sede di G20 in aiuto all'Africa (l'associazione ha promosso un'interpellanza urgente per fare inserire in finanziaria i fondi promessi). Intanto chiediamo a tutti i genitori italiani, che hanno da poco iniziato un nuovo anno scolastico di sottrarre anche un solo euro dall'acquisto dei quaderni dei propri figli per destinarlo alle bambine della Costa d'Avorio. Soleterre si prenderà cura di ospitarle in una casa famiglia allontanandole dalla strada e garantendo loro alimentazione, salute ed istruzione.»

Per saperne di più e sostenere il progetto di Soleterre:
www.soleterre.org o numero verde 800.90.41.81.

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