Un'articolata analisi di tutte le variabili socio economiche della città, dalla struttura produttiva alla distribuzione commerciale, dall'evoluzione della popolazione residente agli indicatori di ricchezza, dal mercato immobiliare alla situazione infrastrutturale, in un'ottica di confronto nazionale, con Roma e Napoli, e internazionale, con le aree di Amburgo, Barcellona, Birmingham, Lione e Monaco. Una messe di dati, tabelle e statistiche che scattano una fotografia dinamica di Milano e del suo territorio e che offrono un'autorevole base conoscitiva e statistica per l'azione di tutti i soggetti interessati a sviluppare la competitività e l'attrattività dell'area milanese. Questi i contenuti del Quaderno "Le dinamiche del territorio. Milano nel confronto nazionale e internazionale" realizzato dal Centro Studi di Assolombarda, Istat e Università Cattolica, che è stato presentato lo scorso 27 settembre nel corso del convegno . Il convegno, a cui hanno partecipato Luigi Biggeri, Presidente Istat, Riccardo Perissich, Consigliere Incaricato Centro Studi Assolombarda, Vito Moramarco, Università Cattolica, Gian Francesco Imperiali, Presidente e Amministratore Delegato ABB, Don Virginio Colmegna, Presidente Fondazione Casa della Carità ?A. Abriani', Roberto Mazzotta, Presidente Banca Popolare di Milano, Gianfelice Rocca, Presidente Gruppo Techint, Bruno Tabacci, Presidente Commissione attività produttive, commercio e turismo della Camera dei Deputati, Antonio Panzeri, Vice Presidente Commissione occupazione e affari sociali del Parlamento Europeo e Diana Bracco, Presidente di Assolombarda, è stato un importante occasione di dibattito su Milano, sulle dinamiche e le strategie del suo sviluppo. Ma ecco in sintesi alcuni risultati emersi dal Quaderno "Le dinamiche del territorio. Milano nel confronto nazionale e internazionale" realizzato con la collaborazione di Pirelli & C. Real Estate, che sono stati illustrati nel corso del convegno da Roberto Polli, Direttore Generale di Assolombarda. La Milano delle imprese, dell'economia e del lavoro. Analizzando la presenza imprenditoriale nelle diverse aree considerate a livello nazionale, emerge che la densità produttiva di Milano è superiore a quella di Roma e di Napoli, a tutti i livelli presi in esame: comunale, di area urbana e di provincia. In termini assoluti, con le sue oltre 373.000 unità locali e i suoi quasi 1.800.000 addetti, la provincia di Milano si conferma quindi il principale centro economico e produttivo del Paese. Il primato di Milano è ancora più evidente se consideriamo il fattore "lavoro". E' infatti l'unica provincia in cui il numero degli addetti supera quello degli abitanti. Raffrontando Milano, Roma e Napoli, anche a livello di area urbana, e soprattutto di provincia, risulta evidente che Milano possiede una percentuale molto consistente di attività manifatturiere (quasi un 26%), ben al di sopra di quanto si osserva per le altre due province. A livello nazionale, Milano è la realtà più caratterizzata dalle produzioni non tradizionali del settore manifatturiero e, soprattutto, da quelle a elevata specializzazione. In quest'ottica s'inserisce la significativa predominanza delle attività legate all'editoria e alla chimica. In generale emerge che la provincia di Milano mostra tassi di attività e di occupazione largamente al di sopra sia di Roma e Napoli, sia della media nazionale, e un tasso di disoccupazione giovanile molto ridotto. Il ruolo di principale centro economico di Milano trova conferma, inoltre, nell'elevata percentuale di ricchezza prodotta a livello provinciale rispetto al totale nazionale: per la precisione, il 10,3%. Significativo è anche l'elevato valore aggiunto per abitante, superiore a quelli di Roma e Napoli, sia per il comune capoluogo, sia per l'area urbana e per la provincia. Inoltre, l'importanza di Milano come "capitale" finanziaria del Paese è testimoniata dalla consistente diffusione di istituzioni finanziarie sul suo territorio. Fonte: Sodalitas

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