Si tratta di un riconoscimento importante che permetterà all'associazione di lavorare in un Paese che negli anni scorsi si è trovato al centro di numerosi scandali legati a un "mercato selvaggio" delle adozioni. In Guatemala, con più di 4.700 adozioni verso gli Stati Uniti solo nel 2007, una rete di avvocati e notai aveva reso possibili le adozioni per via notarile, chiedendo alle famiglie statunitensi fino a 40.000 dollari per bambino.
Da anni le Organizzazioni non governative denunciavano questa situazione di violazione di diritti dei minori.
Negli ultimi due anni qualcosa è cambiato. Nel gennaio 2008 in Guatemala è entrata in vigore una nuova legge sull'adozione internazionale che si conforma alla Convenzione dell'Aja, principale strumento di tutela per i minori adottabili e le aspiranti famiglie adottive.
A quasi due anni dall'entrata in vigore della nuova legge, il Governo del Guatemala sta progressivamente ridando vigore e trasparenza al sistema delle adozioni internazionali.
Per farlo il Consiglio nazionale per le adozioni (CNA) - ovvero l'autorità centrale che sovraintende alle adozioni - ha stabilito che le autorizzazioni saranno date direttamente alle Autorità centrali dei paesi stranieri e agli enti stranieri accreditati da queste ultime. Questa scelta va nella direzione di un riconoscimento del ruolo delle Autorità centrali e degli enti accreditati, come stabilisce la stessa Convenzione dell'Aja.
Con la presenza di Ai.Bi. in Guatemala si completa l'attività dell'associazione in una delle aree con i maggiori tassi di povertà al mondo. In Centro America sono stati già avviati progetti a favore dell'infanzia abbandonata in Messico e Honduras.