Chi ha il vizio del tabagismo produce di meno, ha più di frequente incidenti nel tragitto tra casa e ufficio, accusa maggiori ritardi ed è più influenzabile dai propri superiori: uno studio francese lancia un nuovo allarme sui pericoli delle "bionde" 

 Lavorano meno, producono di meno, si ammalano di frequente e - casomai non bastasse - hanno maggiori possibilità di tamponare con la macchina. Si aggiungono anche questi guai alla lista, di per sé chilometrica, dei danni provocati dal fumo. La passione per le sigarette, infatti, fiaccherebbe non poco il rendimento professionale non solo in termini di salute, ma anche in tutto ciò che attiene la capacità di concentrazione: dallo svolgimento delle proprie mansioni alla guida della macchina nel tragitto casa/lavoro e lavoro/casa.
A sostenerlo è lo studio "Tabacco, territorio, lavoro" dell'istituto Csa per la salute per l'Ufficio francese di prevenzione alla dipendenza dal fumo (Oft) che analizza l'impatto della sigaretta nelle imprese. "Per la prima volta è stata calcolata la relazione tra numero di sigarette fumate giornalmente e il numero di pause nella giornata", ha detto a Le Figaro Bertrand Dautzenberg, presidente Oft. E il dato è eclatante: chi fuma in media un pacchetto di sigarette al giorno, dice l'indagine, fa otto pause nella giornata lavorativa (ovvero, perde circa 80 minuti).
Ancora, chi fuma arriva in ritardo di un quarto d'ora sul posto di lavoro, fa più incidenti in itinere (l'1,6% contro 0,9% di chi non fuma), ha problemi di attenzione e si è ammalato almeno una volta negli ultimi sei mesi (il 19% contro l'11,5% dei non fumatori). I fumatori sarebbero, inoltre, più influenzati dai loro superiori: il 64% dei fumatori, infatti, si accende la sigaretta sul luogo di lavoro se il capo fa altrettanto. Per quanto riguarda le tipologie di lavoratori più dediti al tabagismo al primo posto spiccano gli operai (33%).
Meno dipendenti dal fumo, invece, sono i dirigenti, le persone dedite a una professione intellettuale e chi opera nel settore agricolo (tra il 17% e il 21%).

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