Greenpeace, Legambiente e WWF accolgono con soddisfazione l'iniziativa delle Regioni Calabria, Toscana, Liguria e Piemonte che hanno impugnato di fronte alla Corte Costituzionale la Legge 99/2009 con cui il Governo cerca di far tornare l'Italia nell'errore nucleare scavalcando le competenze delle Regioni e la volontà dei cittadini residenti. Le associazioni si augurano che tale esempio venga seguito anche dalle altre Regioni.
Dopo il primo annuncio della Regione Calabria, con la scelta anti-nucleare del Presidente Agazio Loiero, su proposta dell'Assessore all'Ambiente Silvio Greco, anche le Regioni Toscana, Liguria e Piemonte hanno comunicato di aver presentato ricorso alla Corte Costituzionale.
La
delega nucleare al Governo prevista dalla Legge 99/2009 mette fuori gioco le Regioni sulla localizzazione degli impianti nucleari per la produzione dell'energia elettrica, sugli impianti per la messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi o per lo smantellamento degli impianti nucleari, in contrasto con quanto stabilito dal Titolo V della Costituzione sui poteri concorrenti delle Regioni in materia di Governo del territorio e sul rispetto del principio di leale collaborazione., In base a questa valutazione, Greenpeace Italia, Legambiente e WWF Italia, con una lettera dell'11 settembre scorso inviata ai Governatori e a tutti gli assessori competenti, hanno chiesto l'impugnazione di fronte alla Corte Costituzionale della norma contenuta nella legge 99/2009.
"Il fatto è particolarmente grave perché si vuole così scavalcare completamente non solo le Regioni ma anche gli enti locali per localizzare impianti e aree, equiparate ad aree militarizzate, gestite da privati". Nei criteri e nei principi che improntano la delega al Governo infatti, rilevano gli ambientalisti, l'intesa con la Conferenza Unificata, a cui partecipano le Regioni e gli enti locali, è chiesta solo per la costruzione e l'esercizio degli impianti e non per la localizzazione che viene quindi avocata al solo Governo. Gli ambientalisti nella loro lettera agli amministratori regionali citano, a sostegno dell'impugnazione, almeno quattro sentenze della Corte Costituzionale (Sentenze n. 242, 285 e 383 del 2005 e n. 247 del 2006) in cui si ribadisce l'ineludibilità delle intese tra Governo e Regioni quale pieno riconoscimento della funzione amministrativa delle Regioni su materie in cui queste esercitano il loro potere legislativo concorrente.
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