Il Movimento di famiglie di AiBi, costituito da una fitta rete di genitori adottivi e affidatari, ha nominato Giovanna e Nicola Pifferi come coordinatori regionali della Toscana venerdì 28 agosto, in occasione della Settimana di Studi e Formazione di AiBi tenutasi a Cervia. Genitori adottivi di tre fratelli brasiliani, Giovanna Rosa è Dirigente scolastico e Nicola Pifferi è responsabile amministrativo dell'Università per gli stranieri di Siena.

A quasi un mese dalla nomina, abbiamo intervistato Giovanna Rosa per capire quali sono le aspettative e le attività in programma.

Come è avvenuta la nomina a coordinatori del Movimento di famiglie di AiBi per la Toscana?
E' stato un momento molto intenso. Abbiamo ottenuto un'investitura dall'intero Movimento di famiglie di AiBi e questo è stato per noi un importante stimolo. Mio marito ed io ci siamo aperti all'accoglienza nel 2003, quando sono entrati nella nostra famiglia tre meravigliosi bambini brasiliani: Lucas (14 anni), Samuel (13 anni) e Jesuani (11 anni). Sono tre fratelli vivaci, che riempiono con la loro allegria le nostre giornate. Da allora abbiamo capito l'importanza di farci promotori di un messaggio: la famiglia è l'unica cura all'abbandono vissuto da un bambino.

Cosa significa essere coordinatori regionali di un Movimento familiare?
E' un'importante sfida, un modo di essere testimoni e promotori dell'accoglienza familiare nel nostro territorio. Essere coordinatori significa, infatti, diffondere a tutti i livelli della società il valore dell'accoglienza, creando occasioni di dibattito nel mondo della scuola, delle diocesi, del governo locale e così via. Il nostro mandato è quello di essere a servizio dell'infanzia abbandonata e in difficoltà familiare.

Cosa vi aspettate da questa esperienza?
Sicuramente sarà un'esperienza positiva. La Toscana è una terra che vanta una lunga tradizione di solidarietà, in tal senso spero che riusciremo a coinvolgere le famiglie e le persone del territorio nelle nostre attività. A fine ottobre ci sarà l'inaugurazione della nuova sede di AiBi a Firenze e questa sarà una prima occasione per mettere in rete le coppie adottive e i rappresentanti della società civile.

Vi sentite i protagonisti di un più ampio progetto a livello nazionale?
Sì, anche se stiamo muovendo i primi passi. Il nostro è un mandato di tipo politico perché ogni attività sarà a servizio dell'infanzia abbandonata e in difficoltà familiare. Saranno tante le famiglie che cercheremo di mettere insieme per tentare di incidere realmente sulle iniziative a favore dei minori fuori famiglia.

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