di Joshua Massarenti Le divisioni all'interno del partito presidenziale sono esplose dopo le dimissioni del vice presidente sudafricano Jacob Zuma Le tensioni all'interno del Congresso nazionale africano (Anc), il partito fondato da Nelson Mandela e attualmente maggioritario nel Paese arcobaleno, stanno seriamente destabilizzando la classe politica sudafricana. Noto per i suoi dissensi interni profondi ma sempre relegati nell'ombra, l'Anc è in preda a sbandamenti paurosi da quando il vice presidente del Sudafrica Jacob Zuma, da tutti indicato come il successore dell'attuale presidente Thabo Mbeki, è stato costretto alle dimissioni per corruzione. Era il 14 giugno scorso, e da allora, la direzione del partito ha riconosciuto di essere confrontata alla più grave crisi politica degli ultimi dieci anni (nel 1994, l'Anc è giunta al potere con le prime elezioni democratiche del Paese). Segno che il clima si sta facendo particolarmente rovente negli ultimi giorni è l'annuncio fatto il 22 ottobre scorso dal ministro dell'intelligence in forza Anc, Ronnie Kasrils, relativamente a un'inchiesta in corso sull'origine di email da lui giudicate "false" e il cui obiettivo sarebbe quello di "seminare la zizania" nel partito. Pochi giorni prima, lo stesso Kasrils aveva sospeso dalle sue funzioni il direttore generale dell'Agenzia nazionale dell'Intelligence Billy Masethla, sospettato di aver spiato, senza autorizzazione, l'uomo d'affari Saki Macozoma, membro del Comitato nazionale esecutivo dell'Anc e noto per i suoi stretti legami con Mbeki. Per il quotidiano sudafricano "Business Day", l'Anc sarebbe giunto a un "punto di non ritorno. In esilio" scrive il caporedattore Peter Bruce, "potete nascondere le vostre lotte interne. Ma lo stesso metodo non può ripetersi in una democrazia aperta come la nostra. In particolare quando lo scontro è così violento come quello che oppone i sostenitori di Thabo Mbeki a quelli di Jacob Zuma". Nel settembre scorso, i due leader avevano firmato a mò di tregua una una dichiarazione comune in cui entrambi le parti si impegnavano a salvare l'onore del partito. Ma così non è stato. L'11 ottobre, nella prima e breve comparizione di Zuma al tribunale di Durban, i sostenitori dell'ex vice presidente sudafricano hanno apertamente contestato i servizi del procuratore di Durban. Fuori dal tribunale, una T-shirt di Mbeki è stata bruciata nel corso di una manifestazione di contestazione che riuniva alcune centinaia di persone. Secondo Jonathan Faull, direttore dell'Istituto per la democrazia in Sudafrica (Idasa), "le divisioni all'interno dell'Anc non riguardano soltanto Zuma e Mbeki. Ci sono in realtà altre forme di contestazione soggiacenti al duello che puntano in particolare il dito contro la politica macro-economica del Paese". Per l'Anc si prospettano tempi duri, in linea con le varie puntate del processo Zuma, la cui prossima comparizione davanti al tribunale di Durban è prevista per il prossimo 12 novembre. Il processo vero e proprio dovrebbe iniziare nel luglio 2006. Per Zuma, il rischio è una condanna a oltre 15 anni di carcere. Vita, 24 opttobre 2005

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