di Milena Dominici
Oltre 8.800 miliardi di euro il giro d'affari dei prodotti italiani a denominazione d'origine protetta. Un patrimonio minacciato dalle imitazioni. La richiesta di Legambiente ai parlamentari europei: "Proteggete i marchi nazionali"
La qualità agroalimentare in Italia è un primato indiscusso. E se il nostro paese è noto per essere tra i principali produttori di ottimi alimenti biologici, è ancor più conosciuto come patria di numerosi prodotti tipici, dai formaggi ai salumi, conosciuti e apprezzati in tutto il mondo.
Il giro d'affari relativo ai 151 prodotti italiani a denominazione di origine tutelata - Dop (Denominazione d'origine protetta) e Igp (Indicazione geografica protetta) - lo scorso anno ha registrato un fatturato al consumo di 8,851 miliardi di euro e un export di 1,844. «Eppure questo patrimonio è costantemente minacciato dai prodotti falsamente tipici - spiega Mauro Albrizio, responsabile dell'ufficio europeo di Legambiente a Bruxelles - realizzati ovunque ma con nomi simili a quelli pregiati italiani».
Parmesao, Regianito, Parma Ham, Daniele Prosciutto, Asiago del Wisconsin, Mozzarella Company, Tinboonzola sono solo alcuni dei prodotti dai nomi curiosi e che ci fanno anche sorridere, ma che possono facilmente confondere il consumatore straniero che magari vorrebbe acquistare una specialità "made in Italy" e invece porta in tavola un oscuro "tarocco" proveniente dal Sud America o dagli Stati Uniti. «È necessario introdurre un sistema di tutela per le produzioni tipiche e tradizionali e mettere in atto un sistema sanzionatorio, anche di natura penale» suggerisce Mauro Albrizio.
Ed è per questo che in un incontro con gli europarlamentari a Bruxelles, Legambiente e Confederazione italiana agricoltori (Cia) hanno presentato una proposta di risoluzione comunitaria per combattere l'agropirateria e la contraffazione alimentare. Le due associazioni hanno chiesto agli europarlamentari un forte impegno in sede Wto per istituire un registro multilaterale delle indicazioni geografiche ed estendere la protezione oggi prevista solo per vini e liquori a tutti i prodotti a denominazione d'origine.
La Nuova Ecologia, 25 ottobre 2005