Altre 11 procedure d'infrazione per il mancato rispetto delle normative, dall'inquinamento agli ogm. Le associazioni: «Grave che il governo ignori i richiami» IL COMMENTO: Siamo la maglia nera di MAURO ALBRIZIO La Commissione europea ha avviato contro l'Italia 11 procedure di infrazione per il mancato rispetto di normative Ue sull'ambiente. Si rimprovera a Roma di non aver comunicato informazioni "essenziali" sull'inquinamento atmosferico, sulla protezione della natura, sulla gestione dei rifiuti, sulla valutazione di impatto ambientale e sulle biotecnologie. «Nonostante numerosi avvertimenti - ha dichiarato il commissario Ue all'Ambiente Stavros Dimas - l'Italia non si è uniformata alla legislazione in materia di ambiente e non mostra cooperazione alle nostre domande di informazione. Le autorità italiane - ha aggiunto - devono prendere rapidamente misure perché la popolazione e l'ambiente possano beneficiare della protezione offerta dal diritto europeo». Un provvedimento, l'ennesimo, contro il governo che viene commentato con grande fermezza dalle associazioni ambientaliste. A partire da Legambiente che, con il presidente Roberto Della Seta, sottolinea come si tratti di «un chiaro segnale della pericolosa china che l'Italia sta prendendo in campo ambientale». Poi continua: « È preoccupante il ripetersi dei richiami da Bruxelles e il modo con il quale l'Italia risponde. Semplicemente ignorando». Dello stesso tenore il commento del direttore generale di Greenpeace Donatella Massai: «È diventata ormai una routine», sentenzia. E insiste: «Stiamo diventando la Cenerentola dell'Europa con standard di protezione ambientale sempre più bassi. La legge delega, se proseguisse il suo iter- conclude il direttore generale di Greenpeace - sarebbe proprio la ciliegina sulla torta a questa politica ambientale sempre più schizofrenica». Queste le principali obiezioni rivolte dalla Commissione all'Italia: Valutazione impatto ambientale - Si rimprovera al governo italiano il modo con cui ha applicato la direttiva sulla valutazione di impatto ambientale per la realizzazione di "infrastrutture e insediamenti produttivi strategici di interesse nazionale". Secondo la Commissione, la normativa italiana non garantisce sufficientemente che la procedura di Via sia aggiornata qualora un progetto sia modificato rispetto a quello iniziale. Cooperazione con commissione - Bruxelles ha inviato all'Italia dieci lettere di costituzione in mora per aver violato l'articolo 10 del Trattato in base al quale gli Stati devono cooperare con la Commissione. Tra le richieste di informazioni dell'esecutivo europeo alle quali l'Italia non ha mai risposto, la Commissione cita l'ampliamento della base militare sull'isola della Maddalena (Sassari), il progetto per un inceneritore a Ischia Podetti (Trento) ed uno per l'incenerimento di combustibile derivato da rifiuti a Corteolona (Pavia). Altri due casi riguardano strutture sciistiche a Madonna di Campiglio (Trento) e a Selva di Progno (Verona) e tre progetti idroelettrici riferiti a un impianto a Val Masino (Sondrio), ad un programma della Regione Lombardia per le risorse idriche e alla gestione delle acque del lago d'Idro (Brescia). Ma Bruxelles ha chiesto per informazioni anche sulla gestione di rifiuti per imballaggio nella Regione Campania e sulle misure nazionali per la coesistenza di colture geneticamente modificate e l'agricoltura convenzionale. In tutti questi casi, riferisce la Commissione, Bruxelles ha ricevuto denunce da parte di cittadini e organizzazioni secondo le quali la legislazione comunitaria in Italia non sarebbe applicata correttamente. Non rispondendo alle richieste avanzate dall'esecutivo Ue, l'Italia - ha osservato l'eurogoverno - «viola gli obblighi derivanti dal Trattato. Senza l'attiva cooperazione degli Stati membri, la Commissione non può svolgere i propri compiti e garantire che la legislazione ambientale Ue sia applicata correttamente dagli Stati». La Nuova Ecologia, 19 ottobre 2005

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