I corsi sperimentali per i nuovi addetti del settore dell'edilizia piacciono a imprese e dipendenti. Da una recente indagine della Formedil sono 2.321 le attività di questo genere organizzate in tutta Italia dal 1° gennaio al 30 giugno, a cui hanno partecipato oltre 11mila lavoratori MILANO - La sperimentazione delle 16 ore di formazione introdotta dal rinnovo del contratto nazionale degli edili operativo dal 1° gennaio 2009 piace a imprese e lavoratori. Lo confermano i numeri dell'indagine di Formedil, l'ente paritetico che coordina il progetto e che si appoggia alle scuole edili provinciali, relativa ai primi sei mesi dell'anno. Sono stati 2.321 i corsi di formazione organizzati in tutta Italia, per oltre 11mila lavoratori e 9.586 imprese coinvolti. "Siamo arrivati a una media di oltre 2.500 nuovi addetti formati al mese, nonostante la crisi", spiega Massimo Calzoni, presidente di Formedil. "A giugno si è registrato il picco più alto con una crescita del 40% nell'area del Nord-Est, nell'ambito della quale la Lombardia registra un +31% di partecipanti". Il progetto prevede che ogni singolo lavoratore che lavori nell'edilizia, al primo ingresso (o se non in grado di certificare precedenti esperienze), debba sostenere un corso di formazione professionale, nel corso del quale riceve informazioni sulle attività di un cantiere e sulle norme fondamentali di sicurezza. Le imprese segnalano le nuove assunzioni alla cassa edile, che a sua volta le trasmette alla scuola edile provinciale che organizza e gestisce i corsi. Secondo le stime di Formedil, ad oggi è coperto il 70% degli ingressi nel settore. "E' difficile avere la certezza di quanti siano i nuovi addetti", continua Calzoni, "perché oltre al fenomeno dell'abusivismo ci sono una pletora di microimprese che sfuggono ai controlli". Ancora, un ulteriore punto di forza della crescita delle adesioni è la possibilità di certificare l'emersione del nero di un buon numero di addetti altrimenti sconosciuti alla stessa Cassa edile. La Lombardia è al primo posto per numero di corsi realizzati e per lavoratori e imprese coinvolte, in una realtà territoriale che vede gli occupati nell'edilizia superiori alle 300 mila unità (e che, nel 2008, ha contato nel settore 15.419 infortuni di cui 52 mortali). Anche nel Lazio l'andamento è positivo. "A oggi gli allievi che hanno frequentato i nostri corsi sono 750", dichiara Fernando Santucci, direttore generale del Centro di formazione delle maestranze edili (Cefme) a Roma. "Il 59% proviene dalla Romania, il 34% sono italiani e il restante 7% da altri Stati". Al Cefme di Roma si concentra il 64,5% degli allievi laziali, inclusi fino ad oggi nel Progetto "16 ore" e il 63,2% delle imprese coinvolte nella Regione. "E' un buon segnale sapere che circa 500 aziende, il 55% di quelle iscritte alla cassa edile, hanno inviato dei nuovi assunti alla formazione obbligatoria in un frangente così difficile", afferma Carlo Nicolini, imprenditore e presidente del Comitato Paritetico territoriale di Roma e provincia. "Credo che i 750 lavoratori finora coinvolti rappresenteranno un dato costante anche nei prossimi mesi. Molto dipende dallo sviluppo dell'economia nel settore romano, ma le aspettative sono buone". Un'adesione significativa si riscontra anche nel Mezzogiorno(27,7% dei lavoratori coinvolti). L'obiettivo è raggiungere nel primo anno di sperimentazione i 20 mila allievi e, a regime, riuscire a dotare tutti gli addetti del settore di un proprio patentino che ne certifichi la formazione e tutto il percorso professionale. "Ci auguriamo che il meccanismo diventi definitivo perché rappresenta anche una rivoluzione nel modo di fare formazione", conclude Calzoni.

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