Rimbalzano sulle cronache episodi di protesta da parte dei docenti precari che con i tagli agli organici delle scuole sono rimasti senza lavoro. La manifestazione più simpatica è stata quella dei docenti aretini, che si sono improvvisati lavavetri e poi hanno sfilato per il centro di Arezzo in mutande. Quando si sono fatti ricevere in Prefettura e Provveditorato hanno raccolto parole di solidarietà e la promessa dell'interesse delle istituzioni per il loro caso.
"Spiace dirlo, soprattutto perché tante famiglie sono rimaste senza quello stipendio che consentiva loro di andare avanti, ma ciò che avviene adesso era già nero su bianco nel settembre 2008; sono stati miopi i docenti a svegliarsi solo adesso che la frittata è fatta" dichiara Rita Manzani Di Goro, presidente dell'Associazione Genitori A.Ge. Toscana.
"Pareva che le nostre e quelle di pochi altri non fossero altro che vuote parole, e invece tutti i nostri timori stanno prendendo corpo -prosegue Di Goro- Basta leggere le cronache ed ecco le conferme: classi più affollate, ritardi nelle nomine, avvio problematico dell'anno scolastico e chi più ne ha più ne metta".
"Fedeli al nostro ruolo di cassandre, ecco un'altra previsione, cui ciascuno è libero di non credere: quando i genitori torneranno a scuola e troveranno meno insegnanti di sostegno, meno ore di scuola, orari settimanali non conformi alle loro richieste, allora sì che il malcontento raggiungerà livelli preoccupanti".
Ma intanto è lecito cullarsi nella beata incoscienza e godersi questo ultimo scampolo di estate prima dell'inizio delle lezioni.
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