Nei giorni scorsi il popolo Awà in Colombia è stato nuovamente vittima di un massacro: 12 persone, tra cui 4 bambini, sono state assassinate nella Riserva indigena Gran Rosario, nel municipio di Tumaco, ad opera di un gruppo armato incappucciato che vestiva capi d'abbigliamento militari. Lo riporta Survival International e l'associazione A Sud rilanciando le informazioni diffuse dalle autorità indigene della regione e l'Unipa (Autorità del Popolo Awà). "Secondo le informazioni che abbiamo ricevuto, uomini che indossavano divise militari ma con cappucci che li rendevano irriconoscibili, hanno aperto il fuoco alla rinfusa su una casa che apparteneva a una famiglia di Awa" - ha dichiarato l'ONIC, l'Organizzazione nazionale dei popoli indigeni colombiani.

L'associazione 'Human Rights Watch' (HRW) riporta che, "secondo informazioni preliminari membri dell'esercito sarebbero coinvolti nella strage condotta con l'obiettivo di eliminare testimoni di precedenti atrocità". "Invece di far finta che il conflitto non esiste, il governo deve fare di più per proteggere i civili, punire i crimini e offire assistenza alle vittime" - ha affermato il direttore del programma per le Americhe di HRW, José Miguel Vivanco. Si tratterebbe dell'ennesimo caso nello scandalo di vittime di esecuzioni arbitrarie inserite illegalmente nelle liste dei combattenti uccisi nell'ambito dell'offensiva contro i gruppi armati, che ha già portato in carcere 80 soldati, mentre altri 1150 sono sotto inchiesta - riporta l'agenzia Misna.

Amnesty International ha sottolineato che "l'eccidio è la conseguenza del fallimento della autorità colombiane di mettere in atto misure per proteggere le comunità indigene": si tratta del terzo eccidio in meno di un anno che ha portato ad almeno 50 vittime dal settembre 2008, eccidi provocati "dalla guerriglia, le forze di sicurezza e i loro alleati paramilitari che lottano per il controllo della regione". Le stesse autorità indigene hanno denunciato la totale mancanza di protezione ed appoggio da parte del Governo e hanno chiesto un programma di protezione integrale per garantire la sopravvivenza dei popoli indigeni a rischio. La ONIC - Autorità di Governo Indigeno della Colombia, ha condannato con forza "la strategia di terrore e morte portata avanti contro i popoli indigeni, accusando le autorità pubbliche di non adempiere alle raccomandazioni formulate dall'ONU, dalla CIDH e da tutte le organizzazioni internazionali che difendono i diritti umani". Una mssione composta da autorità indigene e rappresentanti delle Nazioni Unite è partita alla volta della comunità Gran Rosario, dove è accaduto l'eccidio, per raccogliere informazioni e testimonianze e contribuire ad definire le responsabilità.

"Come ambasciata politica della ONIC in Italia, A Sud si unisce alle voci di condanna dell'accaduto chiede alle autorità pubbliche colombiane ed internazionali di indagare e chiarire ugentemente e in modo trasparente e imparziale le responsabilità dei fatti, coodinandosi con le autorità indigene del paese Awa, punendone i colpevoli" - riporta l'associazione. A Sud, inoltre, rinnova inoltre la richiesta alle autorità colombiane di mettere in atto le misure necessarie a garantire la vita e l'integrità fisica e culturale dei membri del popolo indigeno Awa.

Il fatto - specifica A Sud - è avvenuto ad un mese dalla Missione ONU di Verifica sulla situazione dei popoli indigeni in Colombia: la Missione Onu ha definito "disastrosa" la situazione degli indigeni nella regione denunciando la "violazione di tutti i diritti umani fondamentali a danno delle popolazioni originarie". La regione era stata investigata a fine luglio dalla Missione Onu e visitata dal Relatore delle Nazioni Unite per le Questioni Indigene proprio perchè considerata una delle zone dove violazioni e assassini di indigeni sono più gravi e frequenti.

Nello scorso anno sono stati diversi i massacri subiti dal popolo Awa: lo scorso febbraio le popolazioni Awa erano stato vittima di diverse uccisioni e massacri durante psanti combattimenti tra l'esercito colombiano e i gruppi guerriglieri armati: le FARC e l'ELN. Gli Awa, come molti dei popoli indigeni della Colombia, stanno soffrendo da anni a causa dei violenti conflitti in corso tra l'esercito colombiano, la guerriglia e i gruppi paramilitari che hanno invaso e distrutto la loro terra. Degli oltre 100 gruppi indigeni presenti in Colombia, ventotto sono considerati "in imminente pericolo di estinzione fisica e culturale" e fra questi i cacciatori-raccoglitori Nukak riporta Survival.

Gli stessi rappresentanti della Unità Indigena del Popolo Awa (UNIPA) sono stati vittima di attentati: lo scorso marzo Oscar Ortiz e Alex Guanga mentre scaricavano un veicolo di merci sono stati raggiunti da una scarica di pallottole sparate da due uomini in moto. [GB]

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