"Il ritorno al nucleare comporta solo grandi rischi, alti costi e nessun vantaggio per il clima".
E' questo il commento del presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza alle dichiarazioni del Ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola.
Secondo Legambiente infatti non ci sarà nessun vantaggio per la riduzione di emissioni in atmosfera: al 2020, infatti, se tutto va bene ci sarà una centrale operativa che ridurrà le emissioni per poco più di 4 mln di ton, che, a fronte di una produzione odierna di 552,8 mln/T annue in Italia di CO2, corrisponde allo 0,7%. Tutto ciò al netto della produzione di CO2 di tutta la filiera, perché alcuni studi recenti hanno calcolato che se si considera tutto il ciclo di lavorazione, per ogni kwh di produzione con il nucleare si emette la stessa quantità di CO2 di un kwh prodotto con il ciclo combinato. Il nucleare servirà poi solo alla produzione di elettricità settore responsabile delle emissioni di CO2 per il 18-20% del totale, che non tocca gli altri grandi responsabili, i trasporti e la residenzialità.
"Il Governo - prosegue Cogliati Dezza - continua a ripetere i soliti luoghi comuni sul nucleare, alimentando solo false speranze sull'energia dell'atomo, mentre in realtà il suo utilizzo non potrà risolvere la crisi economica ed energetica. Non è un caso, infatti, che l'amministratore delegato dell'Enel Fulvio Conti abbia chiesto al Governo una soglia minima garantita nelle tariffe di vendita.
In sostanza dunque questa scelta energetica potrà solo esporre il Paese ad un grosso rischio, perché anche con il massimo controllo non sarà possibile eliminare in modo assoluto la possibilità di incidenti. E' assurdo pertanto mettere a repentaglio la sicurezza del Paese per un'energia che non offrirà vantaggi economici e ambientali, mentre abbiamo a disposizione l'energia del vento e del sole, risposta immediata e reale ai cambiamenti climatici e ai costi in bolletta degli italiani".
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