L'ennesimo atto discriminatorio che riempie le pagine delle cronache estive dei nostri giornali.
Nel nostro Paese, per far valere i propri diritti ci hanno insegnato che bisogna arrampicarsi sui monumenti ed urlare, peccato che in questo caso ci sia l'impossibilità di raggiungere con la propria carrozzina tale opportunità, addirittura si rischia di urtare la suscettibilità dei passanti, infastidire i passeggeri accaldati e nervosi dei mezzi pubblici, cittadini di una città che mezza piena non può fermarsi, non ha tempo e la pazienza d'ascoltare le rivendicazioni di chi non è tutelato nei suoi bisogni.

Arrampicarsi sul tetto dell'autobus avrebbe avuto un seguito maggiore ma ahimè, sono proprio le gambe che ci fanno diversi?la testa, il cuore, i sentimenti, la fede e l'esasperazione invece no! Siamo certi che Milano si rende conto della ricchezza di questi valori, ma senza voler esagerare, stiamo vivendo una vera e propria emergenza, peggiore degli sbarchi a Lampedusa, più vergognosa della spazzatura della Campania, nella sua quotidianità più terribile e dolorosa del terremoto in Abruzzo; almeno in tutti questi casi si è posto un limite di tempo e di mezzi per superare le avversità, ma per chi è costretto silenziosamente a convivere in questa condizione di handicap, esistono solo celate promesse.

Bisogna rammentare che il 15 per cento della popolazione nazionale ha problemi di deambulazione, con picchi che raggiungono il 18/20 per cento nella nostra città; ricordiamo che tali negligenze, sono in contrasto con il recente trattato ONU, che si basa sul rispetto "tout court" dei diritti delle persone disabili, ratificato e approvato dal nostro Governo.
Ci troviamo perciò in una situazione imbarazzante, dove un ricorso all'Alta Corte di Strasburgo per un richiamo al rispetto dei diritti umani, vedrebbe il nostro Comune perseguito, in modo infamante, attraverso un procedimento punitivo devastante, sia per l'immagine, come pure per la vasta eco negativa a livello internazionale.
Alle porte dell'Expo 2015 Milano non può più tergiversare per risolvere temi di così grave entità, sperando sempre nei miracoli del volontariato sociale. Bisogna prima di tutto porre come prioritario la centralità dei bisogni dei cittadini, attraverso una seria programmazione che preveda a parità d'investimenti economici, un ritorno appropriato di servizi che vadano a migliorare la qualità della vita dell'intera collettività.
Da tempo richiamiamo l'attenzione alla formazione di un tavolo di lavoro che veda coinvolti il Privato Sociale e il Privato Economico, le Istituzioni locali e le Aziende dei trasporti, auspicando la composizione di una task force che, oltre a valorizzare il primato di una città che quanto a sensibilità, solidarietà ed efficienza non è seconda a nessuno, dimostri che ha capito che non c'è più tempo da perdere.

Lino Brundu
Presidente Atlha Onlus

Il presente comunicato stampa è stato diffuso in risposta all'articolo all'articolo apparso in data 20-08-09 sull'edizione milanese del Corriere della Sera circa il caso di Giuliano Fradale, che potete scaricare a fine pagina 

Allegato:
file: CdS_20-08-09.pdf

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