La crescita della presenza straniera in Italia negli ultimi anni «non si è riflessa in minori opportunità occupazionali per gli italiani», ma ha al contrario evidenziato una «complementarietà tra gli stranieri e gli italiani più istruiti e le donne», favorendo maggiore spazi di occupazione. L'ANALISI - È quanto afferma uno studio della Banca d'Italia contenuto nel rapporto sulle economie regionali secondo cui l'afflusso di lavoratori stranieri impiegati con mansioni tecniche e operaie ha accresciuto le opportunità «per gli italiani più istruiti» impiegati in «funzioni gestionali e amministrative», mentre le donne avrebbero beneficiato della presenza straniera, nel settore dei servizi sociali e alle famiglie, come per esempio colf e baby sitter, attenuando «i vincoli legati alla presenza di figli e l'assistenza dei familiari più anziani e permettendo di aumentare l'offerta di lavoro» femminile. ANTIDOTO ALL'INVECCHIAMENTO - L'afflusso di immigrati dall'estero nell'ultimo decennio - secondo lo studio - ha sostenuto la crescita dell'occupazione in Italia, «contribuendo a contrastare il progressivo invecchiamento della popolazione». Gli stranieri, recita lo studio, «hanno un tasso di occupazione superiore a quello degli italiani e redditi da lavoro significativamente inferiori». E a questo fenomeno contribuiscono «un più basso livello di scolarità degli immigrati, una maggiore concentrazione in imprese meno produttive, il prevalente utilizzo in mansioni a ridotto contenuto professionale». Gli stranieri residenti nel Mezzogiorno, inoltre, hanno un'istruzione, tassi di occupazione e redditi da lavoro inferiori rispetto a quelli del Centro-Nord. ITALIANI PIU' ISTRUITI E DONNE - «La crescente presenza straniera - evidenziano, come sottolineato pocanzi, gli studiosi di Via Nazionale - non si è però riflessa in minori opportunità occupazionali per gli italiani, che al contrario, sembrano accresciute per gli italiani più istruiti e per le donne. In particolare, l'offerta di lavoro femminile italiana si è giovata dei maggiori servizi per l'infanzia e per l'assistenza agli anziani». Per le donne, infatti, «la crescente presenza straniera attenuerebbe i vincoli legati alla presenza di figli e all'assistenza dei familiari più anziani, permettendo di aumentare l'offerta di lavoro». L'afflusso di lavoratori stranieri impiegati con mansioni tecniche e operaie «può inoltre aver sostenuto la domanda di lavoro per funzioni gestionali e amministrative, che richiedono qualifiche più elevate, maggiormente rappresentate tra gli italiani». DIFFICILE INTEGRAZIONE DEI GIOVANI - Le nuove generazioni di stranieri, avvertono però gli economisti di Bankitalia, «che rappresenteranno una componente rilevante della futura forza lavoro nel Paese, registrano significativi tassi di abbandono scolastico e un livello di competenze inferiore a quello, già modesto nel contesto internazionale, degli italiani». In particolare, «le difficoltà scolastiche degli stranieri sono più accentuate nel Mezzogiorno». Tuttavia, «il processo di integrazione economico e sociale degli immigrati migliora con il perdurare della loro permanenza in Italia».