La storia di via dei Fori Imperiali raccontata in sessanta scatti raccolti in una mostra allestita ai Musei Capitolini, dove rimarrà fino al 20 settembre. "Con questa mostra abbiamo voluto raccontare l'urbanistica di questa zona e la storia legata a via dell'Impero -spiega il soprintendente Umberto Broccoli-. Siamo sempre andati contro l'urbanistica fascista perche' ritenuta 'nemica' dell'archeologia, invece, seppure e' successo, non si puo' dire che questa sia stata la caratteristica del fascismo. Una certa semplificazione storica ci porta fuori strada. E' infatti, il governo piemontese che inizia lo smembramento archeologico romano.Nel 1870 le truppe piemontesi entrano a Roma bombardando le Mura Aureliane. Da li' inizia la piemontesizzazione di Roma, la realizzazione di Piazza Vittorio, Corso Vittorio e molte altre zone. Rodolfo Lanciani tra la fine dell'800 e i primi del '900 salutava con favore lo smembramento dell'archeologia romana, a cavallo su viale Parioli cercava reperti. Il risultato e' stato l'aver creato casse di resti abbandonati nei magazzini di cui ancora non sappiamo nulla". "Una grande eredità" la definisce Claudio Parisi della sovrintendenza romana: "si tratta di un patrimonio archeologico vastissimo -aggiunge Parisi- inizialmente raccolto dall'Antiquarium del Celio che dal 1939 e' stato chiuso. Raccoglieva tutto il materiale che non era stato esposto ai Musei Capitolini rimasto chiuso in 500 casse attualmente ospitate al Museo della Civilta' di Roma. Di queste circa cento sono state aperte di cui 10.000 reperti catalogati, di questi cento sono stati inseriti nella mostra su via dell'Impero, altri saranno portati al Museo che nascera' a via dei Cerchi, dove saranno organizzati dei cicli di esposizioni". "Via dell'Impero. Nascita di una strada" racconta con le foto realizzate scattate da fotografi professionisti romani Filippo Reale, Michele Valentino Calderisi e Cesare Faraglia, il rapido e intenso procedere degli abbattimenti e degli sterri. Inizialmente detta via dei Monti, la strada che congiunge piazza Venezia al Colosseo, e' nata perche' doveva dirigersi verso i castelli romani. Poi, nel Ventennio fascista, fu pensata per rafforzare simbolicamente la continuita' di Roma fascista con l'Impero Romano. Con le foto alcuni anche dipinti commissionati a Maria Barroso, Lucia Hoffmann, Giulio Farnese, Odoardo Ferretti, Vito lombardi e altri, per conservare la memoria di tutto cio' che andava scomparendo. Nella mostra anche alcuni reperti di eta' romana, provenienti dagli scavi che produssero numerosi e importanti ritrovamenti durante i lavori di sbancamento della collina Velia, che sacrifico' sia parte del giardino di Villa Rivaldi che notevoli preesistenze romane, cambiando cosi' la topografia della zona. Opere provenienti dal Museo di Roma e dai Musei Capitolini, una sezione dedicata al restauro e al ripristino dei colonnati del tempio di Venere a Roma che fiancheggia la parte finale della strada verso il Colosseo. Chiudono il percorso una serie di grafici realizzati o commissionati da Antonio Munoz, insieme ai disegni delle carte geografiche che raffigurano i domini dell'antica Roma, ancora oggi visibili sul muro sottostante la Basilica di Massenzio.

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