Amnesty International ha apprezzato la decisione delle autorità del Kenya di commutare in ergastolo oltre 4000 condanne a morte. 

In una dichiarazione trasmessa dalla radio di stato, la Kenya Broadcasting Corporation, il presidente Mwai Kibaki ha affermato che "la prolungata permanenza nel braccio della morte provoca angoscia e sofferenza non necessarie, traumi psicologici e ansia e può costituire un trattamento inumano". Il presidente Kibaki ha inoltre chiesto al governo di avviare uno studio per determinare se la pena di morte abbia o meno avuto efficacia nella lotta contro il crimine, precisando peraltro che questa commutazione di massa non significa che la pena di morte verrà abolita. 

La pena di morte in Kenya è prevista per i reati di rapina a mano armata e omicidio. Nel paese non si registrano esecuzioni da 22 anni. 

"Queste commutazioni rappresentano un passo avanti per i diritti umani in Kenya" - ha dichiarato Piers Bannister, esperto di Amnesty International sulla pena di morte. "Ora auspichiamo che lo studio sollecitato dal presidente dimostrerà che la pena di morte non ha alcun particolare potere deterrente, brutalizza le società in cui è imposta ed è spesso inflitta nei confronti di innocenti".

"È il momento che il Kenya si aggiunga a quella maggioranza di paesi, attualmente 139, che hanno abolito la pena di morte per legge o nella pratica" - ha concluso Bannister.

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