La Biennale è un evento che occupa un posto d'onore nella mente e nel cuore dell'Arci, dopo tanti anni e il coinvolgimento di tante persone che l'hanno pensata e sviluppata dovendo affrontare , inizialmente, dubbi e diffidenze, specialmente quelle incontrate in Italia, e successivamente , il suo travolgente successo , fino alla costituzione della Associazione BJCEM.

La promozione di giovani artisti, dei loro spazi, del loro tessuto associativo è sempre stata una sfida continua in tutte le attività dell'Arci, così come il loro "utilizzo"come mediatori per eccellenza, che li rende attori e i protagonisti del dialogo e dello scambio euro mediterraneo.

Per questi motivi in questi anni l'Arci ha continuato ad investire sia economicamente sia dal punto di vista delle risorse umane nella biennale ,con progetti e azioni, che incrementassero la formazione della rete tramite le sue relazioni locali e internazionali, promuovendo dall'interno il dialogo che rappresenta la motivazione e l'elemento più prezioso per la trasformazione sociale.
Sono passati ormai molti anni dall'inizio degli anni ottanta quando un gruppo di giovani dirigenti delle associazioni , provenienti da molte parti d'Italia , decidevano di investire nell'idea della creatività giovanile come una vera e propria risorsa e non come una pura forma di intrattenimento in attesa della maturità dell'età adulta, considerando, al contrario, l'espressività dei giovani artisti una modalità che permettesse loro di esprimere se stessi e la loro visione della realtà, un mezzo che individuasse alternative professionali per una generazione che non si ritrovava negli impieghi tradizionali ma soprattutto la possibilità di ingaggiare una battaglia politica per la propria realizzazione.

Dalla fine del 1984 quando "Tendencias" il prologo della Biennale ha aperto la stagione dei giovani artisti, l'Arci ha sempre spinto sull'acceleratore per incoraggiare le opportunità per i giovani artisti dell'area mediterranea: tra le molte iniziative ricordiamo "Rotte mediterranee"(1990) un evento parallelo alla Biennale di Marsiglia che portò giovani da tutto il Mediterraneo a Tipasa in Algeria , una città desiderosa di dialogo e di cooperazione; come anche l'esperienza di "Sei workshop a Sarajevo" (1998) quando giovani di tutto il mondo furono chiamati ad organizzare un grande evento culturale per la prima volta a tre anni dalla fine della guerra in Bosnia e dell'assedio della città.
Ci sono stati moltissimi cambiamenti in questa parte del mondo e la Biennale è sempre riuscita ad interfacciarsi con questi senza esserne sconfitta, fino a diventare oggi una struttura autonoma , una rete internazionale dove le organizzazioni possono incontrarsi e le persone imparano a riconoscere la regione del mediterraneo come un luogo di costruzione di pace che lavora costantemente per creare dialogo tra i popoli che vivono intorno a quest'area.

Un'idea di successo dunque, che insieme a tutti coloro che vi sono coinvolti, continuerà ad avere successo.

Per info: www.bjcem.org  

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