"Il nucleare non solo non è fondamentale per il nostro Paese ma toglierà risorse allo sviluppo delle vere fonti che possono aumentare la nostra efficienza e la nostra competitività. Un ritorno all'atomo oggi in Italia è un errore imperdonabile".

E' duro il commento del presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza - alle dichiarazioni sul nucleare del presidente dell'Enea Luigi Paganetto rilasciate nel corso della presentazione del rapporto 'Energia e ambiente'.

"Il tempo - aggiunge il presidente di Legambiente- non è una variabile indipendente e continuare ad ignorare che produrre energia dall'atomo in Italia non sarà possibile prima del 2025-2030 è mettere la testa sotto la sabbia. La crisi economica e quella energetica hanno bisogno di provvedimenti immediati, così come l'urgenza di ridurre la CO2 in atmosfera e il nucleare non offre soluzioni a nessuna di queste problematiche. Per non parlare della sicurezza e dei costi. Le affermazioni di molti nuclearisti di oggi - conclude Cogliati Dezza - alimentano illusioni insieme a false e semplicistiche aspettative distogliendo l'attenzione sociale e politica dall'unica strada immediatamente perseguibile, quella dell'efficienza e delle energie alternative, che danno una risposta immediata ai cambiamenti climatici e alla crisi economica. Secondo un recente studio della UE, investire su quest'ultime ha già portato 2,8 milioni di posti di lavoro e l'1,1% del PIL".

A supporto delle sue posizioni Legambiente ricorda:

Riduzione CO2?
Secondo uno studio presentato dal Cesi e dall'Aiee ad ottobre del 2008, 4 reattori EPR da 1600MW potranno essere operativi non prima del 2026 e produrranno una riduzione delle emissioni di CO2 pari a 17 mln di tonnellate annue. Al 2020, se tutto va bene ci sarà una centrale operativa che ridurrà le emissioni per poco più di 4 mln di ton, che, a fronte di una produzione odierna di 552,8 mln/T annue in Italia di CO2, corrisponde allo 0,7%. Tutto ciò al netto della produzione di CO2 di tutta la filiera, perché alcuni studi recenti hanno calcolato che se si considera tutto il ciclo di lavorazione, per ogni kwh di produzione con il nucleare si emette la stessa quantità di CO2 di un kwh prodotto con il ciclo combinato. Il nucleare servirà poi solo alla produzione di elettricità settore responsabile delle emissioni di CO2 per il 18-20% del totale, che non tocca gli altri grandi responsabili, i trasporti e la residenzialità.

Innovazione?
La produzione di energia nucleare nel mondo è sempre più marginale, una parziale sostituzione di vecchie centrali, tanto che la stessa IEA prevede una riduzione al 2030 di produzione di energia dall'atomo dall'attuale 15% al 9%.

Competitività?
Il nucleare non ci libera dalla dipendenza dall'estero (l'Italia ha miniere di uranio?) e le riserve di uranio sono limitate (si parla di 35-70 anni al massimo). I costi e i tempi sono esorbitanti, basti pensare che il reattore in costruzione ad Olkiluoto ha già sforato il budget di 2 miliardi e i tempi di realizzazione del 50%. La bolletta degli italiani non diminuirà. Anche l'ad di Enel Fulvio Conti ha chiesto al Governo una soglia minima garantita nelle tariffe di vendita.

L'ufficio stampa Legambiente
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