Castelfranco, 28 luglio 2009 - Sostenibilità ambientale e qualità della vita: ecco le parole d'ordine sulle quali nasce e trova fondamento il progetto del complesso di edilizia residenziale pubblica di Rovigo che porta la firma di Fram_menti, un gruppo di giovani architetti veneti che dal 2007 opera coniugando innovazione e sostenibilità.
Vincitore del concorso di progettazione a procedura aperta indetto dall'Ater di Rovigo, il progetto vedrà l'avvio del primo cantiere il prossimo autunno. L'esigenza era di realizzare abitazioni sperimentali a basso impatto ambientale e a forte contenuto innovativo, venti alloggi aggregati destinati a un'utenza principalmente composta da anziani e persone con disabilità: un progetto, dunque, in cui sostenibilità sociale, ambientale ed economica fossero coniugate insieme, per ottenere edifici che nella loro globalità garantissero flessibilità urbana e architettonica per lo sviluppo seguente degli insediamenti. Imprescindibili, dunque, una modularità strutturale di base tale da consentire facili ampliamenti futuri; chiarezza compositiva e strutturale per agevolare qualsiasi aggregazione possibile tra le unità minime.
A rendere il complesso funzionale agli specifici obiettivi di destinazione la cura nella definizione degli spazi comuni, una generale ottimizzazione dei costi di costruzione e di gestione degli impianti, una notevole riduzione dei tempi di costruzione. Fondamentale per raggiungere tali obiettivi è l'uso delle tecnologie di prefabbricazione leggera per le strutture portanti verticali e orizzontali mediante l'utilizzo di pannelli modulari autoportanti in legno. Ma tra le caratteristiche che fanno del manufatto un'opera innovativa, ad emergere evidenti sono quelle legate alle scelte di sostenibilità compiute dai progettisti, in particolare una forte attenzione al basso impatto ambientale e alla qualità della vita. A partire dall'impiego di materiali di costruzione che non abbiano emissioni nocive per gli abitanti degli alloggi: dall' intonaco dei muri, al legno delle strutture e degli infissi, e ancora ai materiali per la coibentazione e la pavimentazione? Oltre che alla logica di ecocompatibilità, materiali e strutture utilizzati rispondono anche a una attenta valutazione della qualità del ciclo di vita dei materiali (LCA). La Life Cycle Assessment misura i flussi di materia ed energia nel corso dell'intera vita di un prodotto, prendendo in considerazione tutte le sue singole fasi, dal reperimento delle materie prime alla produzione, e poi la costruzione e la messa in opera, fino all'uso e alla manutenzione e infine alla dismissione.
E ancora, il progetto contempla l'applicazione di tecnologie passive e attive per il controllo climatico estate- inverno (una serra solare a doppia altezza garantisce l'effetto camino e una ventilazione naturale controllata), per la raccolta delle acque meteoriche (copertura a falda rovescia con canalizzazione centralizzata nel vano distributivo), oltre che per il ricircolo di quelle grigie e la prima depurazione di quelle nere (mediante sistemi aggregati compatti dislocati in uno dei due vani tecnici). Prevista anche l'implementazione di sistemi di produzione di energia termica-elettrica da fonti rinnovabili, attraverso soluzioni totalmente integrate nell'immagine architettonica dei corpi di fabbrica, della cui logica compositiva anzi costituiscono parte integrante.
In definitiva, tutto il progetto gravita e sviluppa intorno alla regola aurea "less with more" (secondo il "Fattore 4" di Ernst Ulrich von Weizsaker), ossia mira a raddoppiare la produttività ed efficienza degli edifici dimezzando i consumi energetici degli stessi.
Si tratta di caratteristiche e di scelte progettuali che fanno di questo complesso di edilizia residenziale, nella sua globalità, un modello altamente innovativo e senz'altro applicabile a diverse situazioni urbanistiche e a differenti tipologie di utenti, replicabile in tempi brevi e a modesti costi.
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