Salami nostrani, prosciutti di Caravaggio, meloni di Calvenzano e vini di Franciacorta: è la risposta a km zero della pianura bergamasca e bresciana alla finta inaugurazione dei cantieri per i 62 km del nastro d'asfalto che, se realizzato, suonerebbe come un de profundis per l'agricoltura della pianura più fertile d'Europa, e contro il quale Legambiente annuncia la ripresa della battaglia legale. Gli ambientalisti non ci stanno a veder sostituita la campagna con i capannoni, i centri commerciali e le lottizzazioni che la BreBeMi porterà con sé: per questo, mentre i rappresentanti di Stato tagliavano nastri di cantieri inesistenti, si sono dati appuntamento nel Parco Oglio Nord, in una delle tante cascine che verrebbero rase al suolo se venisse realizzata la BreBeMi. "La Brebemi serve a questo - dichiara Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia - a creare un comodo accesso alle future speculazioni edilizie che sorgeranno dove oggi ci sono cascine e campi di produzione. Non c'è altra spiegazione plausibile per un'autostrada inutile, che nasce nell'hinterland bresciano e si impantana a Liscate in mezzo alla campagna del Parco Sud, in attesa della futuristica tangenziale esterna di Milano. Al patto scellerato tra amministratori regionali e partito del cemento non basta il Piano Casa: ora vogliono distruggere una delle campagne più produttive d'Italia". E il sacrificio imposto all'agricoltura e ai suoi suoli è davvero notevole: la scelta, solo apparentemente razionale, di affiancare all'autostrada il tracciato della futura ferrovia AV Milano-Brescia farà sì che i campi verranno spazzati via per una larghezza pari a cinque volte quella del nastro d'asfalto: 1200 ettari di campagna cancellati per essere occupati dal sedime di autostrada, ferrovia, scarpate e spazi interclusi tra le due opere, che diverranno inaccessibili e quindi inutilizzabili. Aggiungendo lo spazio occupato da opere accessorie, svincoli, viabilità complementari e inevitabili lottizzazioni che sorgeranno ai ridosso degli 8 svincoli previsti, il danno alla zootecnia lombarda può essere quantificato in una perdita secca e definitiva di un centinaio di aziende medie, come dire 200.000 litri di latte al giorno. "Per questo - ha aggiunto Di Simine - ci aspettiamo che anche tutti gli agricoltori si mobilitino contro questo scempio". Il tracciato affiancato di BreBeMi e TAV in realtà risponde a ben altra logica. È previsto, infatti, che tutti gli attraversamenti delle due opere - ponti e sottopassi - siano posti a carico della TAV: così BreBeMi Spa risparmierà una montagna di soldi, che pagherà lo Stato attraverso le sue ferrovie che non hanno i soldi per i treni pendolari. E intanto si allunga la lista delle promesse mancate dell'assessore Cattaneo per ottenere il consenso dei comuni del milanese, su cui Brebemi porterà un'ondata di traffico stimato in oltre 60.000 veicoli al giorno in più: da oltre un anno avrebbe dovuto essere attivata la linea S4 Milano-Treviglio, si sarebbero dovuti consegnare il progetto dei prolungamenti della metropolitana M3 verso Paullo e M2 verso Vimercate. Tutto è rimasto sulla carta, a parte gli aumenti dei biglietti per i treni Milano-Brescia, e non ci sono prospettive di un miglioramento del servizio di cui potranno godere i forzati del treno. "Con i nostri ricorsi sveleremo i trucchi della finanza di progetto, che porterà i contribuenti a pagare l'autostrada due volte: la prima volta per costruirla, la seconda per pagarne i pedaggi - rivela Dario Balotta, bresciano ed esperto di trasporti per Legambiente - Un duplicato della Milano-Venezia non aiuterà a risolvere i problemi che hanno i bresciani a raggiungere il centro di Milano: non servono nuove corsie in mezzo alla campagna, occorre risolvere il nodo di congestione delle tangenziali milanesi e disporre di una efficiente alternativa ferroviaria" Gli ambientalisti non risparmiano critiche alla qualità del progetto, giudicata pessima. Ci sono voluti 10 anni per fare un progetto privo di compensazioni ambientali, se si escludono 4 milioni di euro da dividere tra i cinque parchi regionali che verrebbero devastati dai cantieri: alle compensazioni ambientali verrà destinato solo lo 0,25% dei costi complessivi dell'opera. Un'assurdità, possibile per il fatto che il progetto preliminare, nel lontano 2004, venne presentato con una VIA talmente carente da determinarne la bocciatura, poi by-passata con incredibili forzature contro le quali pende il ricorso al Consiglio di Stato depositato da Legambiente. "Ma la nostra battaglia legale è appena iniziata: non appena sarà pubblicata la delibera CIPE che approva il progetto definitivo, i nostri legali si metteranno al lavoro per impugnare anche quella." L'Ufficio stampa Legambiente Lombardia 0287386480 L'Ufficio stampa Legambiente 06.86268353 -79