Allarme Terzo settore. Le campagne telefoniche garantivano più del 70% dei proventi. Ma ora una direttiva europea, applicata con assurda rigidità dall'Italia, blocca questa risorsa
Le organizzazioni no profit italiane nell'interesse dei loro beneficiari e dei loro donatori, esprimono la più forte preoccupazione per i vincoli e gli impedimenti che i recenti provvedimenti del Garante della privacy hanno introdotto nelle possibilità di utilizzo di contatti diretti con potenziali donatori, specificamente quelli i cui dati sono inclusi negli elenchi telefonici.
Il contatto diretto per via postale o per via telefonica costituisce una delle modalità fondamentali di relazione tra le organizzazioni non profit e i cittadini. Riteniamo rilevante sottolineare che tale contatto nel nostro caso non è finalizzato né alla vendita di prodotti né alla ricerca del profitto; il contatto tra le organizzazioni no profit e i cittadini è finalizzato alla comunicazione delle istanze delle fasce di popolazione più debole in Italia e nel mondo; la diffusione di informazioni sulle nostre attività contribuisce alla crescente sensibilizzazione dell'opinione pubblica verso la causa di una maggiore giustizia sociale e di una più equa distribuzione delle risorse; infine è finalizzata alla raccolta fondi, che per un gran numero di organizzazioni no profit dipende ormai in misura decisiva da questi strumenti, una raccolta fondi da cui dipendono i servizi e le risposte che le organizzazioni riescono a dare di fronte a un mare crescente di bisogni.
Le più recenti decisioni del Garante hanno riconosciuto la specificità del settore no profit - ad esempio aprendo la possibilità di utilizzare le liste elettorali - ma non hanno risolto il fondamentale problema della possibilità di utilizzare le liste telefoniche pubbliche. Anzi, senza alcuna distinzione tra operatori commerciali e operatori del no profit, gli elenchi telefonici sono ora in larghissima parte preclusi a qualsiasi contatto.
Nel merito riteniamo necessario segnalare che sugli elenchi telefonici, molto di più che sulle liste elettorali, si è costruito negli anni un patrimonio di conoscenze per rendere migliore possibile il rapporto costi-benefici delle iniziative di sensibilizzazione e raccolta fondi del comparto no profit: tale patrimonio andrebbe ricostruito, a partire da oggi, su una fonte - le liste elettorali - di difficile reperimento e finora ben poco utilizzata. Non può che risentirne in maniera molto seria l'attività a breve e medio periodo delle nostre organizzazioni.
La non utilizzabilità dell'indirizzo e del numero telefonico è stata disposta dal Garante sia per coloro che hanno espressamente rifiutato di ricevere pubblicità commerciale (ma che nulla hanno detto e potuto dire a proposito delle comunicazioni stampate e delle telefonate delle organizzazioni no profit), sia per coloro - la grande maggioranza - che non hanno dato alcuna risposta al questionario inviato dai gestori.
Ribadiamo che le organizzazioni non profit non fanno pubblicità commerciale e hanno bisogno di tutti. In molti altri Paesi del mondo, anche quelli più rigorosi nella tutela della privacy, ci sono eccezioni per le organizzazioni no profit, di cui si riconosce la specificità e se ne tutelano le finalità di solidarietà sociale. Chiediamo che, in un modo equilibrato, rispettoso di ogni esigenza, si individui anche per l'Italia una soluzione simile.
Chiediamo al Garante un incontro urgente di approfondimento e chiarificazione e una comune ricerca di soluzioni che, nel pieno rispetto dello spirito della normativa sulla privacy, consenta alle organizzazioni no profit di continuare a operare.
Vita, 7 ottobre 2005