Ancora un atto della lotta dei genitori aretini contro gli istituti comprensivi "mostro": 6 nuove istituzioni scolastiche al posto delle 9 esistenti; 6 nuovi istituti che vanno ben oltre il numero di alunni indicato dal Regolamento dell'autonomia scolastica e che, esperienza insegna, sono destinati a non funzionare come una scuola dovrebbe.

Giovedì 23 luglio sarà discussa in Consiglio Comunale la proposta di delibera popolare sottoscritta da oltre 1.000 genitori: una proposta monca, perché il Comune di Arezzo ha dichiarato inammissibili i primi due punti, che prevedevano il rinvio di un anno nell'avvio del dimensionamento, così come ripetutamente richiesto non solo dai genitori ma anche dall'Associazione dei Dirigenti scolastici ANP e dallo stesso Provveditore agli Studi dott. Alfonso Caruso. Sarà dunque nelle mani del Consiglio Comunale di Arezzo la possibilità di dare il via ad un tavolo di concertazione aperto a tutte le componenti scolastiche, compresi i genitori, nel quale disegnare la scuola aretina del futuro.

"Siamo fiduciosi che il Consiglio Comunale terrà nella giusta considerazione il parere dei cittadini e recupererà quegli spazi di discussione che sono mancati in passato" dichiara Giuseppe Argirò, presidente della Consulta Provinciale dei Genitori di Arezzo. Ad infiammare gli animi dei genitori è stata la riunione del luglio 2008 in cui un gruppo di dirigenti scolastici, insieme all'assessore alla Pubblica Istruzione Francesca Tavanti e a qualche funzionario comunale, dettero una svolta imprevista alla programmazione della rete scolastica aretina, partorendo l'idea dei 6 istituti comprensivi sovradimensionati.

Di tutto questo non si è saputo nulla finché nel marzo scorso la Regione Toscana non ha approvato il piano per l'anno scolastico 2009/2010 e sono emerse chiare responsabilità: il Comune che ha fatto dietrofront rispetto al percorso di consultazioni già effettuato; la Provincia di Arezzo e la Regione Toscana che hanno approvato il piano senza rilevare l'eccessivo numero di alunni e i disservizi che ne sarebbero inevitabilmente derivati; i dirigenti scolastici che prima hanno dato il loro avallo e poi hanno abbandonato il campo, chi andando pensione chi per trasferimento.

"E' grave che si dica che con i 6 istituti comprensivi non ci saranno danni per i bambini -afferma Rita Manzani Di Goro, presidente dell'Associazione Genitori A.Ge. Toscana - Chi sostiene questo conosce la scuola solo per sentito dire o attraverso ideologie precostituite. I parametri dell'autonomia scolastica non sono lì per caso ed è un fatto che la continuità fra maestri e professori difficilmente viene attuata anche negli istituti comprensivi esistenti da tempo. In realtà le segreterie si trovano con un sovraccarico di lavoro per l'organizzazione, che è radicalmente differente nella scuola media ed elementare, e il dirigente scolastico fa fatica a tenere dietro a due ordini di scuole così diversi".
"Tutto questo diventa drammatico -conclude Di Goro- quando gli istituti comprensivi sono così enormi. Dà da pensare il fatto che, rispetto ai 12 istituti comprensivi di oltre 1.100 alunni attualmente esistenti in Toscana, ne nascano adesso 6 nella sola città di Arezzo".

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