"Con grande soddisfazione questo governo oggi plaude a se stesso per aver raggiunto un antico obiettivo: tornare alla preistoria energetica e spendere soldi in grandiose e fragili cattedrali per la produzione di energia nucleare di terza generazione". Proprio quella tecnologia che Barak Obama si è rifiutato di finanziare perché inquinante e insicura.
"Il G8 de L'Aquila - ha dichiarato Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente - sarebbe dovuto servire a mettere a confronto le politiche energetiche internazionali e a far comprendere ai nostri governanti che continuare a spingere per la realizzazione di reattori nucleari è un atto insensato e contrario ad ogni logica anche economica".
Ma non è solo il governo americano a frenare la diffusione dell'atomo. Addirittura il cancelliere tedesco Angela Merkel, ha dichiarato di non volere nuovi impianti nucleari in Germania specificando che la produzione attuale può essere considerata solo un mezzo in attesa di una idonea ed efficiente diffusione di tecnologie rinnovabili.
"Tutte le economie più avanzate - conclude Ciafani - hanno scelto di investire in fonti rinnovabili ed energia pulita per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni inquinanti, ma anche per risolvere i problemi della sicurezza e dello smaltimento delle scorie oltre che dell'approvvigionamento della materia prima (scarsa e costosa!) necessaria alla fissione, ma tutto ciò non sembra riguardare il nostro Paese, dove nonostante la grande opportunità occupazionale e tecnologica offerta dalla diffusione delle rinnovabili, si continua a pontificare di mega opere senza senso".