Terre des Hommes, ong internazionale attiva da quasi 50 anni a difesa dell'infanzia, chiede al Presidente della Repubblica di non firmare il Pacchetto Sicurezza e rimandarlo alle Camere, in quanto contenente norme in evidente contrasto sia con la Costituzione Italiana sia con la Convenzione dei Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza (CRC) dell'ONU. "In particolare ci riferiamo alla violazione dell'art. 3 della Costituzione, che asserisce la pari dignità sociale di tutti i cittadini a prescindere dal loro status giuridico e che impone alla Repubblica di rimuovere tutti gli ostacoli che "di fatto" limitino la libertà e l'uguaglianza dei cittadini", dichiara Raffaele K. Salinari, presidente di Terre des hommes, "nonché alla violazione dei diritti alla registrazione alla nascita e alla salute, riconosciuti a tutti i minori - senza alcuna discriminazione di origine, razza, situazione finanziaria, ecc. - come stabilito negli articoli 2, 3, 7 e 24 della CRC".
"In qualità di garante ultimo del dettato costituzionale ci appelliamo al presidente Napolitano perchè chieda alle Camere di rivedere il testo del DDL 773-B per ristabilirne l'aderenza alla nostra Costituzione e alla CRC", prosegue Salinari. Nel suo complesso, inoltre, le norme sull'immigrazione del Pacchetto Sicurezza sono in contrasto con l'art.13 della Dichiarazione universale dei Diritti Umani che stabilisce la libertà di movimento e residenza di tutti gli esseri umani, nonché con l'art. 35 della Costituzione italiana che tutela l'immigrazione. Infine, stando alle disposizioni del Pacchetto Sicurezza neppure i rifugiati avranno garanzia di tutela, contro il dettato dell'art.10 della Costituzione che invece prevede il diritto di asilo per tutti colori che non godano nel loro paese dei fondamentali diritti di libertà.
Nei mesi scorsi Terre des hommes aveva espresso la sua preoccupazione sulle difficoltà della registrazione all'anagrafe dei bambini nati da genitori migranti irregolari, introdotte dal DDL 773-B e aveva lanciato una petizione online che in pochi giorni ha raccolto oltre 8.000 firme. L'introduzione del reato di clandestinità sancisce per legge l'esclusione di questi bambini dai più elementari diritti - quali il diritto a un nome e a una identità. Molto precario sembra anche il futuro dei minori stranieri migranti non accompagnati che, pur inseriti in percorsi di reinserimento sociale, al compimento del 18 anno si ritrovano clandestini in quanto non in possesso dei requisiti richiesti dal Pacchetto (almeno 3 anni di presenza in Italia, di cui 2 spesi in percorsi di integrazione), come evidenziato nella ricerca "Minori erranti" di Terre des hommes Italia e Parsec (giugno 2009). "Tutti questi minori finiranno per essere invisibili allo Stato italiano, con il concreto rischio di cadere nelle maglie della criminalità organizzata e diventare vittime di abusi, sfruttamento e tratta", conclude Salinari.
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