Con l'Iran bisogna insistere nella strada del dialogo sul nucleare, anche se "oggi abbiamo meno possibilità che Teheran raccolga la mano tesa" dagli Stati Uniti e dalla comunità internazionale.
Lo ha detto il Ministro Frattini durante un'audizione alle Commissioni Esteri riunite di Camera e Senato per fare il punto sugli esiti della Riunione dei Ministri degli Esteri G8 di Trieste sull'Afghanistan allargata ai Paesi confinanti.
L'offerta a Teheran tuttavia "non è a tempo indeterminato", ha aggiunto, ricordando che "oggi la palla è nel campo delle autorità iraniane: sta a loro fermare le violenze e dare una risposta alle offerte di dialogo".
Per il Ministro è necessario anche l'intervento della Lega Araba, ed è altrettanto indispensabile l'impegno di Russia e Cina accanto ad Europa e Stati Uniti. La comunità internazionale, ha poi puntualizzato, è per una "netta chiusura ad un'opzione militare" contro Teheran sul nucleare, mentre "adesso appare prematura l'adozione di sanzioni ulteriori" anche se tali misure sono "evocate" su "tavoli europei più confidenziali".
Per quanto riguarda la concessione dei visti ai cittadini iraniani, il Ministro ha specificato che serve "una linea comune europea". Durante le ultime settimane, ha ricordato, "l'ambasciata italiana a Teheran è stata l'unica ambasciata europea a rilasciare visti nazionali a cittadini iraniani che ne hanno fatto motivata richiesta per ragioni urgenti, in deroga alla normativa Schengen" e "in pochi giorni sono stati oltre 70 i visti nazionali rilasciati". "Non è pensabile - ha sottolineato ancora - che davanti all'ambasciata italiana si radunino centinaia di persone e davanti alle ambasciate degli altri 26 Paesi europei le porte restino chiuse".
Da qui la richiesta di un intervento comune europeo e l'interessamento della Presidenza di turno svedese, che "ha deciso di convocare degli incontri tecnici perché sia definita una regola comune sulla concessione o non concessione dei visti territoriali ai cittadini iraniani che ne facciano richiesta".

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