Clima, energia, acqua, aiuti, democrazia. E' su questi temi che si concentrano le proposte delle associazioni della società civile al leader presenti al Summit dei G8 che inizia oggi a L'Aquila.
"Affrontare il cambiamento climatico è una priorità urgente che deve essere inserita nelle manovre di recupero economico e di un nuovo sviluppo" - sostiene il WWF che chiede ai leader dei Paesi industrializzati più ricchi del mondo di "impegnarsi a mantenere l'aumento della temperatura media globale ben al di sotto dei 2°C rispetto all'epoca pre-industriale, per evitare che il cambiamento climatico minacci il futuro del nostro pianeta". "Dai leader del G8 ci aspettiamo una dichiarazione chiara per la riduzione delle proprie emissioni di almeno l'80% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2050. E' il minimo indispensabile e qualunque obiettivo più debole sarà un completo fallimento" - afferma l'associazione ambientalista.
Una "svolta verde contro la crisi" la chiede anche Greenpeace che nei giorni scorsi ha denunciato con una manifestazione a Roma che "il Governo italiano sta dimostrando di non aver affatto compreso la drammaticità della crisi climatica in corso che metterà a rischio il futuro di milioni di persone". La rivoluzione energetica che Greenpeace propone nel rapporto "Powering G8 Job Creations" indica come più di un milione di posti di lavoro possono essere creati entro il 2020 investendo in energie rinnovabili. "Un chiaro messaggio ai governi del G8 affinchè affrontino i cambiamenti climatici creando occupazione e investendo in energie pulite" - afferma l'associazione che ribadisce che "anche l'Italia ha tutto da guadagnare nell'investire in energie pulite ed efficienza".
"Una rivoluzione che coinvolge le conoscenze, le tecnologie, i mercati, le norme, i soggetti sociali e i governi" - specifica Legambiente che con le 54 organizzazioni del comitato "In Marcia per il Clima" ha rivolto un appello ai G8 ad essere "tempestivi e saggi". "Le risposte vere alla crisi stanno nelle scelte durature, sostenibili per l'uomo e l'ambiente" - evidenzia l'appello. Occorre "guidare il cambiamento" favorendo nuovi stili di vita e di consumo responsabile iniziando dagli acquisti pubblici, dal trasporto di uomini e merci. "Non vogliamo spedire soldati per garantirci il petrolio e non vogliamo dover difendere alle frontiere un benessere di pochi" - conclude la nota.
Il Comitato italiano per il Contratto Mondiale sull'acqua ha fatto pervenire al Presidente Usa Barack Obama una "lettera aperta" chiedendogli di inserire il tema dell' acqua tra le priorità dell'agenda politica internazionale. "Nei prossimi decenni, se la comunità internazionale e la politica continueranno a rifiutare il riconoscimento del diritto all'acqua ed a delegare al mercato azionario il governo delle risorse idriche del pianeta Terra, si assisterà a catastrofi dalle conseguenze imprevedibili come ha già dichiarato l'Onu nel 2006" - riporta la missiva. L'appello si conclude con la richiesta che a partire dal vertice del G8 "siano inseriti tra le priorità dell'agenda politica internazionale i temi della crisi idrica e l'urgenza di avviare un percorso internazionale per il riconoscimento del diritto all'acqua per tutti e la salvaguardia delle risorse idriche come patrimonio dell'umanità".
Numerosi anche gli appelli delle associazioni sul tema degli aiuti internazionali allo sviluppo. In vista del Summit del G8 a L'Aquila (8-10 luglio), la Coalizione Italiana contro la povertà (GCAP) ha incontrato venerdì scorso il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, per consegnargli le sue richieste e le oltre 1milione e 500mila firme raccolte da GCAP Global nel mondo. L'ampio documento ribadisce che "i diritti umani di centinaia di milioni di persone nel mondo sono minacciati dalla crisi economica e finanziaria e dai cambiamenti climatici" e chiede interventi specifici nei settori dei servizi essenziali, della sicurezza alimentare, della finanza globale, della governance e degli aiuti internazionali. "L'Aiuto Pubblico allo Sviluppo va aumentato su scala globale, nel rispetto degli impegni assunti dai Paesi del G8 a Gleaneagles nel 2005, fino al traguardo dello 0,7% del Pil entro il 2015. Un risultato, questo, che fa parte dell'Ottavo Obiettivo del Millennio delle Nazioni Unite" - ribadisce la GCAP.
Nei giorni scorsi ActionAid e Save the Children hanno denunciato la riduzione da parte del Governo italiano degli aiuti ai Paesi in via di sviluppo. "Che credibilità hanno le recenti dichiarazioni del premier, nel momento in cui nell'ultima finanziaria l'Italia ha dimezzato l'aiuto pubblico allo sviluppo?" - domanda ActionAid. "Già in passato, più volte, Berlusconi ha dichiarato che in pochi anni avrebbe portato la quota italiana degli aiuti allo sviluppo all'1%. Non può permettersi altre dichiarazioni destinate a cadere nel vuoto" - ribadisce l'associazione. Anche Save the Children sottolinea che "il Governo italiano utilizza l'occasione di questo summit per annunciare non l'aumento degli aiuti bensì l'ulteriore riduzione degli aiuti". "Proprio ieri il Governo italiano ha annunciato che taglierà gli aiuti ai Paesi in via di sviluppo di un ulteriore 10% nel 2010, in aggiunta alla riduzione del 56% decisa nel dicembre scorso".
Il Forum Gsott8 che si ha visto radunati nei giorni scorsi in Sardegna esponenti della società civile internazionale ha presentato un documento conclusivo nel quale afferma che la "crisi ecologica, economica, sociale e di civilizzazione a cui stiamo assistendo è il condensato di un sistema che ha visto il profitto e la competizione come valori trainanti". "Esistono però strategie e proposte concrete che i movimenti sociali stanno elaborando e sperimentando quotidianamente dal basso che mettono al centro la responsabilità delle persone, delle comunità e delle istituzioni, per mettere limiti alla capacità delle multinazionali e delle aziende di aggirare le loro responsabilità etiche e legali".
Il documento richiama le principali "pratiche alternative presenti nei territori che parlano di economia locale e solidale, di sovranità alimentare, di produzione di energie sostenibili, di un'economia sganciata da fonti fossili, di un modo partecipato, orizzontale, democratico per decidere su un futuro comune". Ed invita a preparare il 12 di ottobre la 'Giornata di mobilitazione contro la mercantilizzazione della vita e per la difesa della madre Terra', come momento di convergenza verso la mobilitazione globale per la giustizia climatica in occasione della Conferenza Onu sul clima di Copenhagen.
Insomma, le proposte e le indicazioni concrete della società civile non mancano: aspettiamo ora quelle dei leader mondiali. [GB]