di Gabriella Meroni
Ma nell'attesa dei negoziati di pace, la regione è stata di nuovo teatro di violenze, la cui recrudescenza ha rinnovato l'allarme per la situazione umanitaria
Il governo sudanese e i ribelli del Darfur, regione occidentale del Sudan, hanno raggiunto un accordo per dare inizio ai negoziati di pace nella capitale della Nigeria, Abuja, dopo che per una settimana i colloqui sono stati rimandati per le continue dispute.
Il sesto turno dei negoziati di pace nel Darfur era stato annunciato ufficialmente a metà settembre, ma da allora il governo di Khartoum e i negoziatori dei ribelli non hanno avuto nessun incontro diretto. Si sono svolti invece dei seminari sulla pace nell'attesa che i gruppi ribelli mettessero fine alle dispute interne per la formazione di una loro delegazione. Nonostante le lotte e le rivalità all'interno dei gruppi ribelli siano ancora irrisolte, il capo della delegazione dell'Unione Africana (Ua), Salim Ahmed Salim, ha detto che i colloqui per la fine del conflitto in Darfur avranno inizio.
Nell'attesa dei negoziati di pace, il Darfur è stato di nuovo teatro di violenze, la cui recrudescenza ha rinnovato l'allarme per la situazione umanitaria. Il governo sudanese, ha riferito Baba Gana Kingibe, inviato dell'Unione Africana, continua ad attaccare la popolazione in molte aree del Darfur, dando vita ad atti di "sfrenata distruzione" che hanno causato la morte di almeno 44 persone, mentre sono migliaia i profughi in fuga. Il governo di Khartoum è accusato inoltre di far uso delle milizie arabe, note come Janjaweed, per stuprare ed uccidere le donne e devastare i villaggi. Kingibe ha inoltre espresso una ferma condanna nei confronti del principale gruppo ribelle, l'"Esercito per la Liberazione del Sudan", per aver recentemente sferrato violenti attacchi che hanno coinvolto i civili. La sanguinosa guerra civile in Darfur è iniziata nel febbraio 2003. Nel conflitto si affrontano i gruppi ribelli locali di origine africana e le milizie arabe Janjaweed, accusate di pulizia etnica e abusi.
Vita, 3 ottobre 2005