Condanniamo fermamente lo sciagurato DDL Sicurezza unendoci al diffuso coro di proteste che si levano da più parti del mondo laico e cattolico nei confronti del sancito reato di clandestinità.
Solleviamo eccezione sia sulla costituzionalità del provvedimento che sull'efficacia reale dello stesso il quale procurerà grandi sofferenze, non ignorabili da una società civile, e nuove forme di persecuzioni.
La nostra coscienza si ribella, soprattutto in un momento in cui siamo tutti diventati più poveri e quindi più che mai fratelli, ad una disposizione di legge che disconosce la dignità ed i valori dei più deboli e dei più deprivati. Il nostro Paese perde il senso della democrazia e della solidarietà diventando forte con i deboli e privando i disperati di assistenza e soccorso.
Gli immigrati irregolari vengono così condannati ad una clandestinità ancora più estrema, crocifissi dai prepotenti e da coloro che non conoscono di certo l'indigenza. I CIE (centri di identificazione ed espulsione)diventano ancor più dei "lager" dove si concentreranno coloro che hanno la colpa di essere fuggiti dai propri Paesi nella speranza di trovare dignità e pace per poi finire in pseudo carceri.
Con questo sventurato DDL l'Italia si presenta al mondo come uno Stato intollerante e incapace di accogliere ed integrare. Siamo dinanzi ad un governo che in nome di una falsa sicurezza per i cittadini sta creando una cultura sempre più razzista ed intransigente anche grazie ad una opposizione debole e all'inconsistenza delle altre istituzioni, anche umanitarie, che non hanno saputo difendere i diritti dei più oppressi.
Chiediamo con forza che si rifletta sull'effettiva costituzionalità del disposto, appellandoci al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano perché l'iter di questa nuova normativa possa in qualche modo essere interrotto.
Il nostro non è soltanto un appello umanitario ma è un accorato invito a considerare la forza e la verità delle parole di Gesù "ero forestiero e mi avete ospitato".
Responsabile Dell'Associazione Papa Giovanni XXIII
Dott. Giovanni Paolo Ramonda