Da cosa si sentono maggiormente minacciati i lavoratori durante lo svolgimento della loro attività lavorativa? Stando ai risultati della ricerca condotta da INAIL e da Istat sul totale dei 23 milioni e 298mila occupati in Italia nel secondo semestre del 2007, il rischio di natura fisica maggiormente percepito dai lavoratori è l'infortunio: se ne preoccupa il 21,1% dei lavoratori, contro il 20,4% che teme le posture dannose, lo spostamento di carichi e i movimenti dannosi, il 16% che vede un pericolo nelle polveri, gas, esalazioni, fumi e sostanze chimiche e il 14,6% che si sente minacciato da rumori eccessivi e vibrazioni.
E ancora una volta si registra una forte differenza a livello di genere: il 27,3% degli uomini contro l'11,5% delle donne. La categoria che si sente più esposta a questo tipo di rischio è quella degli operai dove uno su tre percepisce il rischio di infortunio, mentre quello delle costruzioni è il settore a più elevata esposizione, con il 45% degli occupati, seguito da trasporti e agricoltura.
Tra i fattori di natura psicologica quello prevalente risulta il carico di lavoro eccessivo, citato dal 14,5% degli occupati. Le manifestazioni di prepotenza e discriminazione e quelle di minacce e violenze fisiche sono avvertite rispettivamente dal 4,6% e dall'1,6%. La percentuale di per sé contenuta, se considerata in termini assoluti assume però tutt'altro sapore: nel nostro Paese oltre un milione di lavoratori si sente esposto a episodi di violenza e discriminazione e 381mila temono addirittura minacce e violenze fisiche.
Ad avvertire con più forza il pericolo di episodi di prepotenza e discriminazione sono le donne (il 5,4% contro il 4,1% degli uomini), e tale fenomeno è particolarmente rilevanti per quelle che lavorano nella Pubblica amministrazione, in particolare se ricoprono le posizioni dirigenziali o quelle di più basso profilo (operaie e collaboratrici).