Due giovani ex bambini soldato sono stati protagonisti dell'Incontro internazionale "Bambini e giovani colpiti dai conflitti armati: ascoltare, capire, agire", tenutosi ieri a Roma presso la Sala della Protomoteca del Campidoglio e promosso da Ministero degli Affari Esteri e Comune di Roma, in collaborazione con l'Ufficio del Rappresentante Speciale del Segretario Generale ONU per i Bambini e i Conflitti Armati, UNICEF,Save the Children, il Dipartimento delle Nazioni Unite per le operazioni di peacekeeping (DPKO) e il Network of Young People Affected by War (NYPAW).
Grace Akallo, originaria dell'Uganda, e Kon Kelei, originario del Sudan, hanno raccontato in prima persona la loro esperienza di bambini soldato e hanno parlato della rete di ex bambini soldato di cui sono co-fondatori, il Network of Young People Affected by War (NYPAW). 

Alla presenza, tra gli altri, del Ministro degli Affari Esteri Franco Frattini e del Sindaco di Roma Giovanni Alemanno, hanno quindi chiesto che vengano assicurati protezione e supporto adeguato a tutti i bambini coinvolti nei conflitti.

Le dimensioni del fenomeno
Si stima che circa 250.000 bambini al mondo vengano attualmente sfruttati come bambini soldato, portatori, aiutanti o schiavi sessuali e che più di un miliardo di bambini vivano in paesi o territori lacerati da conflitti armati - circa un sesto della popolazione mondiale totale.
Di questi, circa 300 milioni sono bambini sotto i 5 anni, che soffrono per le conseguenze dirette ed indirette delle guerre, nonché per gli effetti a lungo termine sul loro sviluppo e benessere.

Dal 1998 ad oggi oltre 100.000 bambini sono stati smobilitati e reintegrati.

Ospiti del Ministero degli Affari Esteri e del Comune di Roma, all'Incontro Internazionale "Bambini e giovani colpiti dai conflitti armati: ascoltare, capire, agire" insieme a Grace Akallo e Kon Kelei del NYPAW, al Ministro Franco Frattini e al Sindaco di Roma Giovanni Alemanno, hanno partecipato: Radhika Coomaraswamy, Rappresentate Speciale del Segretario Generale ONU per i Bambini e i Conflitti Armati, Marta Santos Pais, Direttore del Centro di ricerca Innocenti dell'UNICEF Istituto, nominata Rappresentante Speciale del Segretario Generale ONU sulla Violenza sui Bambini; Rima Salah, Vice Rappresentante Speciale del Segretario Generale ONU per la Repubblica Centrafricana e il Ciad; Charlotte Petri Gornitzka, Segretario Generale International Save the Children Alliance, Jean-Marc de la Sablière, Ambasciatore di Francia in Italia ed ex Presidente Gruppo di Lavoro su Bambini e Conflitti armati del Consiglio di Sicurezza ONU; Giuliomaria Terzi di Sant'Agata, Rappresentante Permanente d'Italia presso le Nazioni Unite. 

L'evento è stato moderato da Francesca Caferri, inviata de La Repubblica.

Sono stati inviati video messaggi da altri membri del NYPAW: Ishmael Beah (Sierra Leone); Zlata Filopovic (Bosnia Erzegovina)

Le testimonianze di Grace e Kon
«La mia storia è soltanto una tra le migliaia di storie che ancora non avete sentito. Ci sono decine e decine di gruppi armati che continuano a distruggere la vita dei bambini in molte zone del mondo. 
Il NYPAW è qui oggi per testimoniare e raccontarvi la sofferenza di questi bambini e giovani, rapiti e non, innocenti vittime che meritano di ricevere protezione e amore per poter recuperare la speranza nel futuro. Nessun bambino, e ripeto. Nessun bambino merita questo tipo di sofferenza», ha raccontato Grace Akallo, membro fondatore del NYPAW ed ex bambina soldato.
John Kon Kolei ha aggiunto: «Non abbiamo fondato questa rete per auto-celebrarci, quanto per comunicare al mondo intero che c'è ancora speranza e che i bambini che sono stati un tempo traumatizzati dalla guerra possono recuperare e diventare importanti cittadini del mondo

I governi, le Agenzie ONU, le ONG, i media, gli insegnanti e i membri della comunità che si adoperano per aiutare efficacemente i bambini colpiti dai conflitti armati potranno rivolgersi a questa rete per avere dei consigli concreti e una guida nella creazione di programmi di riabilitazione e reintegrazione efficaci e forieri di risultati concreti».

Il contributo dell'Italia
Il Ministro degli Affari Esteri Franco Frattini ha affermato che «l'Italia persegue da anni l'opera instancabile di protezione e assistenza in tutto il mondo dei bambini e delle bambine vittime dei conflitti armati con azioni, nei principali fori internazionali, focalizzate sui tre obiettivi fondamentali della prevenzione, del recupero delle vittime e della loro reintegrazione nel tessuto sociale e attraverso l'opera della Cooperazione Italiana che finanzia da diversi anni numerosi progetti in situazioni di conflitto e post-conflitto in moltissimi Paesi in ogni continente. 

È quindi con particolare piacere che l'Italia ha appoggiato lo scorso novembre all'ONU il lancio del NYPAW e che sosterrà, insieme alle Nazioni Unite, all'UNICEF e alle ONG impegnate nel settore, l'importante percorso che il Network sta affrontando. Con l'incontro di oggi e la mostra fotografica vogliamo lanciare un nuovo e forte appello alla società civile e alla comunità internazionale affinché gli italiani e le migliaia di ospiti stranieri che visitano Roma abbiano la consapevolezza, quando si parla di bambini vittime dei conflitti armati, del danno irreparabile che l'umanità subisce quando anche una sola di queste infanzie viene spezzata.»

Il Sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha continuato: «La definizione 'bambino-soldato' racchiude in sé un odioso paradosso, perché rinunciare al valore dell'infanzia è il simbolo ultimo della rinuncia al futuro. Non è un caso se, nella convinzione che affrontare il problema a livello mondiale ha dei riflessi immediati anche sul nostro tessuto sociale, il Comune di Roma finanzia quest'anno alcuni progetti di cooperazione decentrata, mirati anche a favorire il reinserimento dei bambini-soldato nella società civile, per esempio nella provincia del Nord Kivu, nella Repubblica Democratica del Congo.»

Come può la comunità internazionale intervenire?

Radhika Coomaraswamy, Rappresentante Speciale del Segretario Generale ONU per i bambini e i conflitti armati dichiara che «le azioni di advocacy devono essere supportate da azioni concrete. I perpetratori di gravi violazioni dei diritti dei bambini devono renderne conto. Bisogna mettere fine all'impunità.

Dobbiamo far conoscere al mondo le storie di questi bambini e dobbiamo intraprendere efficaci misure protettive, legali e politiche per assicurare che al più alto numero possibile di bambini vengano risparmiate le brutalità del conflitto. Una azione collettiva da parte nostra fa e farà la differenza, se anche solo ci proviamo.»

«Il ruolo dell'istruzione è cruciale nella protezione dei bambini colpiti dalle guerre, nella prevenzione dei conflitti e nella costruzione della pace. Save the Children ha lanciato nel 2006 la campagna "Riscriviamo il Futuro" grazie alle quale 10 milioni di minori che vivono in oltre 20 paesi in guerra - tra cui anche molti bambini soldato - hanno avuto l'opportunità di ricevere un'istruzione» ha dichiarato Charlotte Petri Gornitzka, Segretario Generale di International Save the Children Alliance.

«Oggi siamo testimoni dei racconti di giovani coraggiosi che hanno dovuto affrontare le pesanti conseguenze di una guerra. Hanno trasformato la tragedia in vittoria e la loro testimonianza mostra chiaramente quanto sia importante il ruolo dei bambini e dei giovani negli sforzi per la riconciliazione e la pacificazione. Devono essere presi impegni a lungo termine per guidare e sostenere i giovani nella ricerca di soluzioni realistiche e sostenibili. Tutto ciò ha bisogno della nostra attenzione immediata. Non possiamo trascurare la loro richiesta di aiuto.» Queste le parole di Marta Santos Pais, Direttore del Centro di Ricerca Innocenti dell'UNICEF, nominata Rappresentante Speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite sulla Violenza sui Bambini.

«Oggi le operazioni di peacekeeping delle Nazioni Unite si svolgono in stretta collaborazione con l'UNICEF ed altri attori che si occupano di protezione dell'infanzia» ha dichiarato Rima Salah, Vicerappresentante Speciale del Segretario Generale ONU per la Repubblica Centrafricana e il Ciad.

«Ciò avviene in diversi contesti di conflitto e post conflitto per garantire che le questioni relative alla protezione dell'infanzia siano una priorità nei processi politici e che siano tenute adeguatamente in considerazioni nei processi di costruzione di pace e nelle successive fasi di consolidamento. Sia in Burundi, che in Congo orientale questi sforzi hanno portato recentemente al rilascio di centinaia di bambini arruolati nei gruppi armati.»

N
ota per la stampa: L'incontro internazionale è stato preceduto dall'inaugurazione, in Piazza del Campidoglio, della mostra fotografica"Bambini di guerra: l'infanzia spezzata", curata dall'Ufficio del Rappresentante Speciale del Segretario Generale ONU per i bambini nei conflitti Armati, con il supporto del Ministero degli Affari Esteri e in collaborazione con il Comune di Roma e Save the Children.

Articolata in quattro sezioni - bambine-soldato, bambini-soldato, reintegrazione, armi leggere - la mostra - che resterà esposta fino al 29 giugno - raccoglie il lavoro di importanti fotografi.

La mostra di Roma si avvale anche del contribuito dell'Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione, della Sovraintendenza ai Beni Culturali con l'apporto tecnico-scientifico dei Musei Capitolini.

Partner della formazione

ConfiniOnline fa rete! Attraverso la collaborazione con numerosi enti profit e non profit siamo in grado di rivolgere servizi di qualità a costi sostenibili, garantendo ampia visibilità a chi supporta le nostre attività. Vuoi entrare anche tu a far parte del gruppo?

Richiedi informazioni