Ai.Bi. esprime grande soddisfazione per la raccomandazione del Comitato ONU per i diritti del fanciullo indirizzata al Governo romeno in cui si chiede di "prendere in considerazione l'elaborazione di una nuova legge di tutela dell'infanzia e garantire le procedure per l'adozione internazionale in conformità con la Convenzione de l'Aja, valutando la moratoria una vera e propria barriera per l'attuazione dell'articolo 21 della Convenzione". (Capitolo 4. Family environment and alternative care).
"Abbiamo dovuto aspettare anni per avere questa importante presa di posizione, ma finalmente è arrivato un segnale forte dall'ONU - ha detto Marco Griffini, presidente di Ai.Bi. - Nelle raccomandazioni si fa luce sulle falle di un sistema di protezione dell'infanzia che non riesce a garantire il diritto alla famiglia a migliaia di minori abbandonati. Il nostro appello al Comitato ONU per i diritti del fanciullo di New York, presentato nel 2005, finalmente è stato accolto. Ora occorre avviare un dibattito a livello internazionale per riaprire le adozioni internazionali" ha concluso Griffini.
AiBi si era resa protagonista, nel 2004, di un'azione per tentare di bloccare la moratoria delle adozioni internazionali promossa dal Governo di Bucarest e dalla Rapporteur per la Romania all'Unione Europea allora in carica, la Baronessa Emma Nicholson, e scongiurare così l'approvazione di una legge (273/2004) che di fatto precludeva ai bambini abbandonati l'ultima possibilità di trovare una famiglia: l'adozione internazionale. Con un memorandum indirizzato al Comitato ONU per i diritti del fanciullo di New York Ai.Bi. aveva denunciato, nel marzo 2005, la grave violazione del diritto alla famiglia dei minori romeni, con particolare riferimento all'articolo 21 (lettera b) della Convenzione di New York del 1989 in cui si stabilisce che "l'adozione internazionale può essere presa in considerazione come un mezzo per garantire le cure necessarie a un minore, qualora quest'ultimo non possa essere affidato a una famiglia affidataria, adottiva oppure essere accolto nel Paese di origine." Un appello che Ai.Bi. aveva indirizzato anche all'allora Presidente della Commissione Europea Romano Prodi.
Oggi, a due anni dall'entrata della Romania nell'Unione Europea, i tempi sembrano maturi per riaprire un dibattito a livello sovranazionale sulle misure da promuovere per far sì che il Governo di Bucarest affronti il problema dell'infanzia abbandonata in maniera diversa, considerando dunque la riapertura delle adozioni internazionali. E proprio a Bruxelles, in occasione della Tavola rotonda promossa da Ai.Bi. giovedì 9 luglio, il presidente di Ai.Bi. Marco Griffini presenterà la petizione "Una famiglia per ogni bambino romeno" che l'associazione intende promuovere per raccogliere le adesioni di quanti vogliono sostenere la riapertura delle adozioni internazionali nel Paese.