CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA
Bruxelles, 19 giugno 2009

25. La lotta alla disoccupazione resta una priorità fondamentale. Se è vero che l'azione in questo campo spetta innanzi tutto agli Stati membri, l'Unione europea ha un ruolo importante da svolgere nel fornire e perfezionare il quadro comune richiesto per assicurare che le misure adottate siano coordinate, sinergiche e conformi alle norme del mercato unico.
Nel quadro di tali sforzi, dobbiamo salvaguardare e rafforzare ulteriormente la protezione sociale, la coesione sociale e i diritti dei lavoratori.
26. Il vertice informale di Praga sull'occupazione ha discusso azioni concrete per contribuire ad attenuare le conseguenze della crisi sul piano sociale e dell'occupazione. Nel contesto della discussione sono state individuate tre priorità cui si dovrebbe riservare particolare attenzione sia nell'ambito dei pacchetti di ripresa degli Stati membri che nell'ambito delle iniziative lanciate a livello europeo: i) mantenere l'occupazione, creare nuovi posti di lavoro e promuovere la mobilità; ii) migliorare le competenze e rispondere alle esigenze del mercato del lavoro; iii) migliorare l'accesso all'occupazione.
27. Nella situazione attuale, la "flessicurezza" costituisce un importante mezzo per ammodernare e promuovere l'adattabilità dei mercati del mercato. Occorre attribuire priorità alla preparazione dei mercati del lavoro alla ripresa futura, creando un contesto propizio all'imprenditorialità e alla creazione di posti di lavoro, investendo in una forza lavoro qualificata, adattabile e motivata e trasformando l'Europa in un'economia competitiva, basata sulla conoscenza, inclusiva, innovativa ed ecoefficiente. I regimi di protezione sociale e le politiche d'inclusione sociale svolgono un ruolo di stabilizzatori economici automatici e di ammortizzatori efficaci dell'impatto sociale del rallentamento dell'economia, nonché di aiuto al reinserimento delle persone nel mercato del lavoro. Occorre prestare particolare attenzione anche alle categorie più vulnerabili e ai nuovi rischi di esclusione.
28. È giunto il momento che la comunità internazionale attui gli impegni necessari per contenere il riscaldamento globale al di sotto dei 2ºC. Con una risposta coerente alle sfide poste da cambiamenti climatici e crisi economica e finanziaria si apriranno nuove opportunità e sarà possibile passare a un'economia sicura e sostenibile a bassa emissione di CO2,capace di generare la crescita e di creare nuovi posti di lavoro.
29. L'Unione europea fa appello ancora una volta a tutte le parti affinché cooperino al fine di raggiungere un accordo globale e ambizioso alla conferenza di Copenaghen e intensifichino i negoziati in tal senso. Sottolinea l'importanza delle riunioni internazionali ad alto livello al fine di portare avanti le discussioni e confida che le prossime riunioni del Major Economies Forum e del G8 apportino un contributo positivo al processo della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Per promuovere questo processo globale l'UE ha intensificato il dialogo bilaterale sui cambiamenti climatici con i principali partner internazionali, tra l'altro nei recenti vertici con il Canada, la Cina, il Giappone, la Repubblica di Corea, la Russia e gli Stati Uniti.
30. L'Unione europea è pronta a svolgere un ruolo guida in questo processo. Da parte sua, ha assunto l'impegno ambizioso e giuridicamente vincolante di ridurre entro il 2020 le emissioni di gas a effetto serra del 20% rispetto ai livelli del 1990. Se gli altri paesi sviluppati si impegneranno a conseguire riduzioni comparabili delle emissioni e i paesi in via di sviluppo contribuiranno adeguatamente in funzione delle rispettive responsabilità e capacità, l'Unione s'impegnerà, conformemente alle conclusioni del Consiglio europeo del dicembre 2008, a portare il suo impegno al 30%. Gli sforzi che l'UE si attende entro il 2020 dai paesi sviluppati e dai paesi in via di sviluppo, specialmente da quelli più avanzati, sono specificati nelle conclusioni del Consiglio del marzo 2009.
31. Il Consiglio europeo approva le conclusioni del Consiglio del 9 giugno 2009. Tutti i paesi, ad eccezione dei meno avanzati, dovrebbero contribuire al finanziamento della lotta contro i cambiamenti climatici nei paesi in via di sviluppo, in base ad un criterio di contribuzione universale, complessivo e specifico. Una delle principali constatazioni finora emerse dai lavori preparatori in sede di Consiglio è che la capacità contributiva e la responsabilità delle emissioni dovrebbero costituire i principi fondamentali dei contributi. L'Unione europea riconosce l'entità degli sforzi necessari e, pur sottolineando il ruolo primario del finanziamento privato, farà la sua parte nel sostegno pubblico internazionale alle azioni di mitigazione e di adattamento, in particolare nei paesi meno avanzati. I meccanismi di finanziamento dovrebbero per quanto possibile avvalersi degli strumenti e istituzioni esistenti - se necessario riformati. Occorre assicurare meccanismi di finanziamento efficienti, efficaci ed equi. Ciò implica l'attuazione di strategie complessive di sviluppo a basse emissioni di carbonio da parte dei paesi in via di sviluppo e l'istituzione di un sistema globale per misurare, rendicontare e verificare le azioni di mitigazione in tali paesi.
32. Il Consiglio europeo si compiace dell'intenzione della presidenza entrante di elaborare, in stretta cooperazione con la Commissione, un programma di lavoro che assicuri un margine di tempo sufficiente per il coordinamento e il processo decisionale all'interno dell'UE prima delle importanti riunioni internazionali intese a preparare la conferenza di Copenaghen di dicembre. Invita la Commissione a presentare quanto prima proposte, anche in materia di finanziamento, ed esprime la propria disponibilità, fatta salva l'evoluzione dei negoziati internazionali, a prendere le decisioni appropriate su tutti gli aspetti del finanziamento nella riunione di ottobre.
33. Lo sviluppo sostenibile resta uno degli obiettivi fondamentali dell'Unione europea, che si articola nelle dimensioni economica, sociale e ambientale. Il Consiglio europeo invita il Consiglio ad esaminare la relazione della Commissione sull'attuazione della strategia per lo sviluppo sostenibile, al fine di concordare al più presto le azioni da attuare in via prioritaria.

36. I recenti avvenimenti verificatisi a Cipro, in Grecia, in Italia e a Malta sottolineano l'urgenza di potenziare gli sforzi per prevenire e contrastare efficacemente l'immigrazione irregolare alle frontiere marittime meridionali dell'UE, evitando così future tragedie umane. È essenziale una risposta europea determinata, ispirata ai principi di fermezza, solidarietà e responsabilità condivisa, in linea con il patto europeo sull'immigrazione e l'asilo e con l'approccio globale in materia di migrazione, di cui occorre accelerare l'attuazione, specie per quanto riguarda la cooperazione con i paesi di origine e di transito. Tutte le attività nella regione del Mediterraneo occidentale e alle frontiere orientali e sudorientali devono continuare.
37. Di fronte all'attuale emergenza umanitaria devono essere predisposte e attuate rapidamente misure concrete. Il Consiglio europeo sollecita il coordinamento delle misure volontarie per la ridistribuzione interna dei beneficiari di protezione internazionale presenti negli Stati membri esposti a pressioni specifiche e sproporzionate e delle persone altamente vulnerabili. Si compiace dell'intenzione della Commissione di adottare iniziative a tal riguardo, cominciando con un progetto pilota per Malta. Esorta il Consiglio e il Parlamento europeo a raggiungere un accordo che permetta di istituire rapidamente l'Ufficio europeo di sostegno per l'asilo. Il Consiglio europeo sottolinea inoltre la necessità di potenziare le operazioni di controllo alle frontiere coordinate da FRONTEX, di definire chiare regole d'ingaggio per il pattugliamento congiunto e lo sbarco delle persone soccorse in mare e di fare maggior ricorso a voli di rimpatrio congiunti. In questo contesto, sollecita un forte intervento per lottare efficacemente contro la criminalità organizzata e le reti criminali dedite alla tratta di esseri umani.
38. Il Consiglio europeo sottolinea la necessità di un rafforzamento significativo della cooperazione con i principali paesi di origine e di transito. Invita la Commissione ad esplorare la cooperazione concreta con i paesi terzi in linea con i precedenti mandati adottati dal Consiglio. L'efficacia degli accordi di riammissione dell'UE deve essere aumentata come parte delle politiche esterne globali dell'UE. La conclusione dei negoziati sugli accordi di riammissione della CE con i paesi chiave di origine e di transito quali la Libia e la Turchia è una priorità: fino ad allora gli accordi bilaterali già esistenti dovrebbero essere attuati in maniera adeguata.
39. Il Consiglio europeo esorta il Consiglio a tenere nel debito conto questi elementi nella preparazione del nuovo programma quadro pluriennale in materia di libertà, sicurezza e giustizia. Il Consiglio europeo invita la Commissione a presentare ulteriori proposte in occasione della prossima riunione del Consiglio europeo, sulla base di una risposta appropriata a tali problemi.

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