Nessun contributo per macellare i cavalli ed esportarli a fini alimentari. Esultano gli animalisti negli Stati Uniti per una vittoria che definiscono «storica». Le associazioni sono riuscite, infatti, ad ottenere l'approvazione di un emendamento da parte del Senato (con 68 voti favorevoli e 29 contrari) che vieta l'uso di qualsiasi fondo dei contribuenti federali per macellare cavalli e per esportarli a fini alimentari. Di fatto, spiega la Lav, una decisione che azzera o quasi l'intero settore: così si è decretata la fine dell'uccisione dei cavalli nei tre macelli degli Stati Uniti, due in Texas ed uno nell'Illinois, nonché dell'esportazione degli stessi a tale scopo.
Questo «importante risultato rafforza» la campagna della Lav volta ad ottenere l'approvazione della propria proposta di legge a tutela degli equini, presentata alla Camera dei deputati da Alfonso Pecoraro Scanio (primo firmatario), con la quale si chiede il loro riconoscimento quali animali d'affezione e il divieto di macellazione. «Rivolgiamo un appello ai parlamentari italiani affinché recepiscano le istanze animaliste nel Testo unificato attualmente all'esame delle competenti commissioni», dichiara il presidente della Lav Sonny Richichi.
«L'Italia, purtroppo, è uno dei pochi paesi al mondo in cui si consuma carne equina - dichiara Angela Marino, responsabile Lav del settore Ippica e sport equestri - Tale consumo, già marginale, negli ultimi anni risulta in graduale discesa ma i dati Istat rivelano che nel 2004 sono stati macellati 201.646 equini, con un preoccupante incremento del +7,5% rispetto al 2003, dei quali 99.935 importati soprattutto da paesi dell'Europa dell'Est, con tutti i rischi sanitari che ne derivano. I dati relativi al primo trimestre di quest'anno indicano una riduzione delle macellazioni del 27%: speriamo sia un segno del mutato rapporto con questi animali, che sempre più spesso assume valenza di amicizia e di affettività, come è giusto che sia».
26 settembre 2005