di Danilo Chirico Il presidente della conferenza Vasco Errani attacca: relazioni con il governo a un punto critico, molto preoccupanti i testi provvisori. Un documento "avvisa" l'esecutivo. Gli assessori all'Ambiente incontreranno le associazioni / E intanto nasce il fronte del ricorso alla Consulta «Siamo molto preoccupati». Non lascia spazio a equivoci il giudizio di Vasco Errani, presidente della Conferenza delle Regioni (e dell'Emilia-Romagna), sulle bozze diffuse dal ministero dell'Ambiente dei decreti attuativi che riscriveranno la legislazione ambientale in Italia. Tanto che Governo-regioni oggi si trovino davvero a un punto "critico". Errani - più volte chiamato in causa dagli ambientalisti perché valuti con attenzione i testi elaborati dal ministero - ha raccolto l'invito. E dice la sua, senza lesinare critiche. A margine della riunione della Conferenza delle regioni di oggi a Roma, (durante la quale il capofila dell'Ambiente, l'assessore calabrese Diego Tommasi, ha illustrato lo stato dell'arte dopo la conferenza stampa dei giorni scorsi) Vasco Errani innanzitutto pone un problema di metodo quando riferisce che «non abbiamo ancora i testi definitivi e si è realizzato un incontro solo col capo di gabinetto del ministero dell'Ambiente (Paolo Togni, ndr)». E già qui «la relazione Governo-Regioni segna un punto certamente critico». Poi entra nel merito, e le critiche non sono da meno. Spiega così che «la documentazione in via di elaborazione che abbiamo visto ci allarma» e che la Conferenza di oggi è il luogo giusto per dare un segnale di « forte preoccupazione e critica». A questo era dedicato il documento elaborato durante i lavori e indirizzato all'esecutivo nazionale. Un monito al governo prima di attivare l'attività politica: così la commissione degli assessori svolgerà una serie di incontri con le forze economiche e sociali e il mondo dell'ambientalismo e dell'associazionismo - spiega Errani - per ascoltare anche le loro opinioni». Incontri che faranno da apripista a un'iniziativa (che definisce «molto forte») da adottare «come conferenza dei presidenti a metà ottobre». Una scelta necessaria, spiega il governo della Regione Emilia-Romagna «perché siamo di fronte, se fosse confermato quello che abbiamo visto nella documentazione, a un impianto che sradica il sistema di governo ambientale». Spiega il presidente emiliano: «Voglio essere chiaro: il problema non è solo delle competenze delle Regioni, il problema è la "governance" del tema ambientale, perché se salta la 183 (norme per il riassetto della difesa del suolo, ndr), se salta la legge Galli (riforma del settore idrico, ndr) è evidente che non ci sono le condizioni per affrontare» la discussione. La Nuova Ecologia, 22 settembre 2005

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