Nella capitale della Mauritania, il 35% della popolazione consuma il 78% dell'acqua disponibile in città. I restanti due terzi vivono con appena 15 litri d'acqua al giorno. Le popolazioni che non sono servite dalla rete idrica pubblica, acquistano l'acqua da rivenditori privati ad un prezzo mediamente 10 volte più alto e nella stagione secca, il prezzo dell'acqua "fuori-rete" risulta ancora quintuplicato.
Sono alcuni dei risultati dell'inchiesta condotta a Nouakchott dal CUN (Comunità urbana di Nouakchott) e dall'ong GRET. Lo studio rileva le ingiustizie legate al mercato dell'acqua a Nouakchott che colpisce soprattutto gli abitanti più poveri degli slums, non serviti dalla rete idrica pubblica. Tra questi, c'è il quartiere di Dar Naim, all'estrema periferia di Nouakchott dove l'Ong LVIA lavora dal 2005 insieme alle cooperative di donne e alla municipalità, con il progetto "Zazou" per la valorizzazione dei rifiuti plastici.
Nel mese di maggio, grazie ad una donazione di un gruppo di Genova, la LVIA ha installato nel quartiere un serbatoio per l'acqua. Le donne già impegnate nel quartiere nella raccolta dei rifiuti gestiranno la struttura e il comune si è impegnato a fornire l'acqua ad un "prezzo politico".
Lo studio "Répartition des volumes d'eau à Nouakchott" Lia Curcio
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